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mercoledì 2 marzo 2011

Pierluigi Casalino LE SUGGESTIONI FANTASTICHE DI ANTONIO GIORDANO

 

  

 


 

 

Tra i pregi di Antonio Giordano, fotografo di originale versatilità, si distingue la sua capacità di cogliere inediti angoli di mondo generalmente trascurati dall’ordinaria professionalità dei moderni interpreti della rappresentazione. L’arte di Antonio Giordano riscopre universi viventi dell’infinitamente piccolo, fissandone i cromatismi fantastici in articolate immagini di movimenti e di pause. Il sogno del volo dell’uomo trova nel turbinio delle splendide macchine volanti naturali una propria ragion d’essere. L’osservazione paziente e puntigliosa di Antonio Giordano di astronavi, animate dai mille colori e dalle sagome eleganti e sinuose, ci offre uno spaccato di architetture spaziali, dinamiche e vibranti, in grado di aprire e solcare le immense vie dell’aria, simbolo ancestrale delle conquiste del cielo e del cosmo.

 

Regista straordinario di uno spettacolo di mirabolanti farfalle, Giordano ci presenta una galleria di ardite invenzioni aeromobili, organizza un’affascinante flotta aerea e dei suoi aeroporti che si confonde con i fiori e le foglie di un eden inedito e primordiale. Ne emerge una narrazione fotografica di estrema varietà, che cattura le movenze di creature dalle cangianti intensità di tinte e di armonie. La mediazione di Giordano si traduce in una meticolosa ricognizione del reale, che evoca le emozioni fantastiche della velocità in un riequilibrato rapporto tra natura e avventura del progresso. Tramite la ricerca di una stupefacente e quasi utopica filigrana ottica, Giordano descrive, interpreta e, infine, pervade, in chiave di architettura futuristica, l’immaginario collettivo di Marinetti, immergendolo nel mondo meraviglioso del batter d’ali delle farfalle. Ci viene incontro un autentico capolavoro a costo zero nello stile di un artista, non nuovo nel condurci nel vasto territorio della sensibilità. La vocazione di Giordano è di svelarci i segreti di un universo sconosciuto, forse dimenticato, negli eccessi del rito orgiastico della moderna stagione delle immagini. Rivivono in questa sfida personalissima simpatiche miniature viventi, quasi un normale sposare opere d’arte e oggetti di design nella quotidiana teoria di vegetazioni fantasmagoriche.

 

L’intreccio di istantanee lascia spazio al gusto e alla rivisitazione di soggetti non altrimenti conoscibili: in tale gioco d’insieme la fotografia di Antonio Giordano assume un ruolo esegetico. Nata per esser l’unica appare tanto rivelatrice quanto progettata come effetto moltiplicatore di vibrazioni e di proiezioni che hanno segnato la storia della scienza del levarsi nel vuoto. Atmosfere che rimandano alle suggestioni fantastiche dei viaggi interplanetari. Giordano, diversamente dai visionari ispirati dal volo degli uccelli, ci fa sognare l’eleganza delle evoluzioni di meccaniche avveniristiche uscite dal genio di Jules Verne.

 

Per concludere non semplicemente un’esperienza estetica, quella di questo demiurgo di sensazioni, ma emotiva, al limite della favola. Il motivo è semplice: spettacolari sorprese, ritratti di rebus allusivi, quadri a soggetto, affreschi vagamente inquietanti, espressi da un fotografo geniale, inquieto, curioso e vagabondo. Un percorso di assoluto livello tecnico, cui non è estranea una rara magia inventiva.

 

Casalino Pierluigi, 1.03.2011.

 

martedì 8 febbraio 2011

La Stampa-Google celebra Jules Verne * nota di Pierluigi Casalino

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Il logo di Google in omaggio a Jules Verne

 

Nell’anniversario della nascita dello scrittore francese, il motore di ricerca cambia veste grafica per ricordarlo.

Le lettere che compongono il logo sono state trasformate in oblò, con tanto di comandi e bussole, in onore del sottomarino sperimentale Nautilus, costruito e manovrato in segreto dal misterioso Capitano Nemo, protagonista di uno dei romanzi più famosi dello scrittore francese, «Ventimila leghe sotto i mari».

Verne nacque a Nantes l’8 febbraio 1828 e morì ad Amiens il 24 marzo 1905. Tra gli altri romanzi di avventura, celebri in tutto il mondo, si ricordano Viaggio al centro della terra e Il giro del mondo in ottanta giorni
.

 

LA STAMPA

 

*from Pierluigi Casalino  L'Uomo Futurista e il sogno del Futuro (Futurist Editions on line, 2 2011)

 

 

JULES VERNE GENIO FUTURISTA

 

Jules Verne scrisse 80 romanzi o lunghi racconti, pubblicò molte opere di volgarizzazione, non ultima l’interessante “Cristoforo Colombo”, oltre a una quindicina di pièces teatrali, frutto di una straordinaria e felice capacità creativa. La sua celebrità si rifà soprattutto alle pubblicazioni del 1863-1865, che ne decretarono il trionfo presso i lettori: Viaggio al Centro della Terra, Cinque Settimane in Pallone, Dalla Terra alla Luna.

Una vena che lo colloca al centro della cultura del XX secolo e lo fa apprezzare per le novità che inseguì con il coraggio dell’ottimismo. In un secolo, che vanta nomi come Balzac, Dickens, Dumas padre, Tolstoi, Dostoevskij, Manzoni, Poe, Flaubert, Stendhal, Eliot, Zola e altri ancora, Verne assume un ruolo apparentemente marginale, quasi solo un prodigioso artigiano in materia di fictions, come un incantatore dal fascino inesauribile e, in una certa misura, come un veggente o un visionario, capace di immaginare più di un secolo in anticipo alcune delle grandi scoperte della scienza del XX secolo.

Su Jules Verne sono state scritte pagine importanti e, in qualche modo, rivelatrici dei sogni di uno spirito che visse aldilà dei confini del suo tempo. Del resto l’atmosfera effervescente di fiducia nell’avvenire della scienza e della tecnica che segnano l’opera di Verne collocano lo scrittore francese tra coloro che con l’intuizione del genio seppero cogliere i segni della civiltà delle macchine e delle conquiste del futuro dell’umanità.

In altri termini le ansie di ricerca e l’amore per le curiosità fanno di lui, a giusta ragione, uno dei padri del futurismo.  Colse il senso del cammino dell’umanità, anche nelle pieghe profonde dell’inconscio e dell’irrazionale, verso gli ampi orizzonti del progresso. Coltivò nello stesso tempo il sogno dell’inevitabile realizzazione di una società evoluta, grazie all’impulso delle conquiste scientifiche.

Lo scrivere, dunque, venne percepito dallo scrittore francese come una missione illuminante. Verne fu certamente il vate di un mondo nuovo, proiettato verso il XX secolo e oltre. Esploratore instancabile del futuro e anticipatore della fantascienza, l’autore previde anche i rischi e i limiti spaventosi della cattiva scienza, frutto dell’idolatria del potere.

Le innumerevoli e successive rivisitazioni dei suoi libri confermano ancora oggi l’attualità della produzione di Verne, la cui fertilità resta un monumento alla fede nel futuro.