per la serie I VOSTRI RACCONTI, Maurizio GANZAROLI ci offre il suo breve racconto dal titolo: ALBA TRAGICA.
ESTRATTO
BIOGRAFIA
Maria Silvia Avanzato. Nata a Bologna nel 1985. Nel 2009 ha vinto il premio Panchina, scrivendo un testo musicale per Daniele Dall’Omo, chitarrista di Paolo Conte. Autrice del giallo per ragazzi Ratafià per l’assassino (Forme Libere, 2010), il chick lit Granturco su Foglia di The (Arpanet, 2010), il romanzo di formazione L’età dei lupi (Voras, 2011) e il noir a quattro mani Cipriavaniglia (Damster, 2011). Ha pubblicato una ventina di racconti per editori quali Delos Book, il Foglio Letterario, Delmiglio editore e altri. Finalista al Mystfest Gran Giallo Città di Cattolica 2010 (Mondadori), vincitrice di Esperienze in Giallo 2010 e di numerosi altri concorsi. Co – redattrice dello zine di satira letteraria Gumwriters, è comparsa su Carmillaonline e scrive articoli per svariati siti web. Da piccola tediava tutti dicendo che voleva fare la scrittrice: si definisce considerevolmente ostinata.
D- In una intervista hai definito la scrittura “una tarantola che morde la mano”, tutto un programma!
Mi riferisco a quell’impellenza di mettere per iscritto ogni imprevista idea, la frenetica spinta che mi ha portata a dormire con un blocco sul comodino: sono solita alzarmi scalza, nel cuore della notte, e mettermi al lavoro all’improvviso. Il mio computer non dorme mai e io anche meno. Credo nel potere dei pensieri repentini, ci catturano e vogliono essere messi subito per iscritto. La tarantola mi ricorda Sognato per l’inverno, alcuni dei miei versi preferiti, figli della penna di Rimbaud: “a un tratto sulla guancia sentirai come un graffio, un bacio leggerissimo ti correrà sul collo, come ragno impazzito. Tu mi dirai - cercalo! - piegando un po’ la testa. Ci occorrerà tempo per trovar quella bestia che va di qua e di là.” Così, scrivere è come un bacio inaspettato: meglio viverlo appieno, dovesse anche essere l’ispirazione di un attimo, destinata a spegnersi un istante dopo o lasciarci a bocca asciutta per molto tempo.
D- Noir o Giallo o Horror...
Un pizzico di tutti e tre, all’occorrenza. Non amo legarmi ai generi letterari. Del noir apprezzo le sfumature psicologiche e gli equilibri nervosi, vibranti, sottili, in continuo mutamento: ho scritto tante storie “nere”. Il giallo è tecnica, sistematicità e sagacia: mi piace adattarlo ai più piccoli richiamando le squisite atmosfere mistery dei libri coi quali sono cresciuta, nel corso degli anni ’90. Ho scritto molto horror alcuni anni fa, è stata la mia palestra: giocavo a stupire, mi spaventavo assieme ai miei personaggi e potevo liberamente attingere al lato oscuro della fantasia. Di questi tre generi, oggi, mi sento più vicina al noir. Specie quando si fonde con ruralità, folklore, leggende e superstizioni. Credo infine che una pennellata gotica o grand guignol impreziosisca il tutto.
D- Alcuni psicologi (il vecchio Fromm ad e empio) spiegano il successo del genere in quanto sorta di mito moderno o raro linguaggio contemporaneo capace di esprimere le pulsioni umane archetipiche...
Ho una visione semplicistica. Credo che il genere di successo sia determinato dal momento storico. La gente è in cerca di ciò che ancora non conosce, ciò a cui la nostra società va incontro, ciò che si tende a tacere. L’esempio più calzante sono gli anni 50 - 60: Sylvia Plath e Anne Sexton portano a galla il tema della psicosi, un universo femminile sventrato e del tutto dissonante dalle belle pubblicità di madri di famiglia in grembiulino. Sono gli anni di Susanna Kaysen (La ragazza interrotta) e Ken Kesey (Qualcuno volò sul nido del cuculo). Da noi è Mario Tobino a parlare delle Libere donne di Magliano ed è il 1953. Un ovattato microcosmo di trasmissioni radio, musica leggera, donne coi capelli cotonati. Eppure i lettori deragliano verso la pazzia, lo scandalo e l’impronunciabile, manicomi ed elettroshock, realtà sottocutanea, celata e insidiosa. Il momento storico in cui viviamo oggi, invece, è avaro di stimoli. Dopo aver riciclato il mito del vampiro spinti da un bonario “tutto fa brodo”, l’editoria ha spalancato le porte ai giullari da rotocalco. Leggiamo poco, leggiamo per passaparola e per importazione, leggiamo autori che non sono scrittori, case editrici vanagloriose di fasti antichi e perduti, fagocitiamo verità inquinate. La realtà sottocutanea, celata e insidiosa non ci sorprende più, non può competere con la vacuità di una moda, i generi letterari sono tutti “già visti”. Mi schiero coi lettori: resto in attesa del prossimo, innovativo genere di successo. Quello che mi saprà solleticare, rendendomi curiosa verso il mondo nel quale vivo.
D- La letteratura criminologica tra le tue penne di lavoro, esatto?
Prima della narrativa, leggo molta saggistica: scrivo talvolta articoli di criminologia per il web e amo documentarmi in materia. Paradossalmente ho riscontrato un peggioramento qualitativo di questi testi, man mano che ci si addentra nella contemporaneità. Nell’ansia di parlare “del male”, ne abbiamo parlato male. Troppo. Dozzinalmente. I casi di cronaca del nostro paese vengono puntualmente gettati in pasto ai talk shows di ogni sorta, senza alcuna distinzione. Non esistono più trasmissioni atte a informare e analizzare, ma una sequela di programmini pomeridiani che suscitano anche nella più annoiata casalinga un guizzo di brio investigativo. Lo stesso avviene nei libri. Trent’anni fa sono stati pubblicati testi oramai introvabili che analizzavano i temi criminologici con bon ton, accuratezza e serietà. Oggi mi trovo spesso per le mani enormi tomi dal titolo sensazionalistico, la copertina miniata di foto cruente e i contenuti confusi, affrettati, tesi a procurare un po’ di insonnia a buon mercato, piuttosto che stimolarci a entrare nella psicologia del crimine.
D- La parola nel web...
Per me la parola è una sola ed è Gumwriters. Anni fa ideai il blog per creare una sorta di comune hippy per scrittori del web: l’obiettivo era darsi appuntamento sul blog e scrivere liberamente, utilizzando una password unica, da me sbandierata allegramente a tutti. Anni dopo ho incontrato Gaia Conventi, che non solo scrive bene, ma ha una carica dinamitarda e un noto sense of humor. Abbiamo riveduto l’idea iniziale: ci siamo poste a capo della redazione del blog, abbiamo raccolto gente che scrivesse come noi. Così abbiamo cominciato a fare satira, in maniera caustica, a prendercela con potenti e non, a sollevare questioni scomode. Il panorama letterario odierno trabocca di salottini letterari online imbevuti di buonismo, proselitismo e ruffianeria. Gumwriters è la pecora nera, le dice grosse, è diventata una vera rivista online con disparati articoli quotidiani. Abbiamo guadagnato molti lettori, molti anonimi segnalatori di ingiustizie letterarie, una diffida e nemici a piene mani. Ma raccontando il retrogusto al vetriolo della verità, ci stiamo divertendo molto.
D- Il tuo prossimo sublime crimine (letterario!)...
Il 2011 è stato inaugurato da L’età dei lupi (Voras), romanzo di formazione che ha ben poco a che vedere col crimine, ma molto da raccontare in materia di adolescenza, crescita e mode. Un lavoro al quale tengo particolarmente perché gli ho affidato tutta la speranza e la solarità dei miei lontani quattordici anni: ragazzina della Bologna bene costretta dai genitori a frequentare un istituto privato gestito da suore, si trova a fare i conti con l’amore, il sesso, la multiculturalità, i cambiamenti della crescita. Il grosso crimine dell’anno sarà invece Cipriavaniglia (Damster), scritto a quattro mani con Gaia Conventi. Noir a tinte fosche di ambientazione storica, vincitore di Eroxé 2010. La mia complice ferrarese e io, abbiamo deciso di rinchiudere alcuni personaggi ombrosi e un segreto inconfessabile in una spettrale dimora immersa nella campagna. Un erotismo vintage che sfuma nel noir psicologico. Ho in cantiere altri crimini, ovviamente. Datemi solo il tempo di annotarli sul blocco che tengo sul comodino.
ROBY GUERRA
Luca Rinarelli, autore di In perfetto orario Robin Edizioni, ci racconta come e perché ha scelto di scrivere un noir. Ci svelerà il suo luogo di ispirazione e il perché della scelta di determinati personaggi. Vi lascio con la sua intervista in attesa di leggere il continuo di In perfetto orario.
Luca Rinarelli: chi sei, cosa fai nella vita oltre a scrivere?
Sono impiegato in un’ impresa di rappresentanze industriali. Mi piacciono molto la storia, la lettura in genere e il cinema.
Com’è nata la tua passione per la scrittura?
La passione per la scrittura è nata dopo quella per la fotografia. Forse è stata un’evoluzione. Tutto è iniziato con il lavoro fotografico “La sconfitta dell’uomo meccanico” del 2003. Avevo fotografato in bianco e nero le vecchie fabbriche in dismissione di Torino. L’ambientazione mi sembrava molto “bellica”, ed inoltre alcune persone senza casa vi abitavano all’interno. Mi è venuto in mente di inventare una storia che avvenisse in parte in questa location, anche perché avevo appena visto “Il nemico alle porte di Jean-Jacques Annaud”. Il paesaggio della sua Stalingrado, durante la battaglia, assomigliava molto agli edifici industriali dove avevo fatto le foto. Ho iniziato a trovarmi a mio agio con la scrittura, come forma di espressione molto libera e versatile.
I protagonisti del tuo noir, stiamo parlando di Werner ed Irina, quelli cioè che hanno riempito, più degli altri, le pagine del romanzo perché, a modo loro, tutti i personaggi inseriti nel testo hanno avuto la parte di protagonisti, perché hai scelto due stranieri? Lei russa e lui invece tedesco?
Li ho scelti per due motivi. Il primo è che da sempre Torino è una città abitata da forestieri: prima i piemontesi delle altre province, poi i veneti, poi la grande immigrazione dal sud d’Italia, infine quella straniera. Con un po’ di ironia si può quindi dire che Werner ed Irina siano due torinesi perfetti. Il secondo motivo è che Germania e Russia sono due paesi che mi hanno sempre affascinato, con le loro immense culture e le loro altrettanto grandi tragedie. Non riesco ad immaginare una storia del Novecento senza questi due paesi.
Il personaggio che hai fatto conoscere al pubblico come sicario, cioè Werner, ad un certo punto, si rende conto che la sua vita non è una vita normale. E’ priva di amici, conoscenti, affetti ecc… perché sente la necessità, dopo molti anni, di cambiare? Lui che da sempre è stato come una macchina e ha passato la sua vita nell’anonimato?
Werner è un assassino di professione perché è l’unico mestiere che sa fare, per cui è stato addestrato ed educato nell’x DDR, prima dalla STASI e poi direttamente dal KGB. Non si è mai reso conto di avere altre possibilità, se mai le ha avute. Dopo il crollo del Muro di Berlino, tutto il suo mondo va in pezzi e lui diventa un vagabondo disoccupato e alcolista. Si ferma a Torino, senza un motivo apparente. Un luogo come un altro. Qui Werner si rende conto che il suo mestiere può ancora tornare utile, perché molta gente desidera la morte di qualcun’altro. Basta chiedere compensi modici…
Semplicemente, si accorge di tutta la parte di vita che non ha mai avuto, incontrando una donna. Tutti i cambiamenti che devono affrontare i personaggi del libro derivano da incontri casuali, un po’ come quando le molecole si scontrano e ne nascono di nuove.
Una peculiarità di Werner è che lui stesso contattava i suoi clienti, prima ancora che lo diventassero, privilegiando i casi in cui era nata una qualche forma di ingiustizia, per essere sicuro che, la persona contattata, accettasse il suo “aiuto”. Non è da tutti creare un sicario che cerca, in questo modo, i propri clienti. Com’è ti è venuta questa idea?
E’ l’unico modo che ha per sopravvivere. Werner deve essere irreperibile, ma ha un vantaggio. Già era stata cancellata la sua identità, visto che faceva l’agente segreto, ma scompare anche il paese di cui è cittadino, la Germania Est e quindi lui, formalmente, non esiste. Non ha un telefono celllulare, un indirizzo, una posta elettronica. Per questo i potenziali clienti non possono contattarlo. Lui legge le pagine di cronaca nera e va alla ricerca di chi potrebbe essere interessato ai suoi servigi. Anche nel nostro mondo ipertecnologico, se non sei nessuno, non ti trova nessuno.
Per quale motivo hai voluto esordire con un noir? E’ lo stile che prediligi?
Per ora sì, è il genere letterario che preferisco. In fondo viviamo in una società violenta. Scrivere di fatti violenti, usando scene violente, può essere fatto in molti modi diversi. Io volevo partire da una storia di fantasia anche per riflettere su questo problema che affligge l’uomo da quando esiste, ma più specificamente sul rapporto tra ingiustizia e violenza. Il vecchio adagio “non c’è pace senza giustizia”, ha per me un significato realistico e non ipocrita. Se non si prova davvero a costruire un mondo più giusto, continueremo a farci del male.
Che progetti hai per il futuro?
Sto scrivendo il seguito di In perfetto orario, nel quale sto cercando di fare evolvere Werner, come una persona vera. Non voglio che rimanga l’assassino sempre uguale a se stesso. Avrà un’evoluzione personale, ma dovrà affrontare un bel po’ di guai. Un passato come il suo porta sempre a galla dei guai...
In questo mese di maggio esce invece un mio racconto nell’antologia “Nero Piemonte-Valle d’Aosta” della Perrone LAB, in compagnia di altri diciotto scrittori. Una bella esperienza anche questa.
Manuela Vio
Sito ufficiale: http://www.robinedizioni.it/in-perfetto-orario
Dove acquistare il testo: http://www.ibs.it/code/9788873714910/rinarelli-luca/in-perfetto-orario.html
Citazione: “Anche nel nostro mondo ipertecnologico, se non sei nessuno, non ti trova nessuno” – Luca Rinarelli –
http://www.youtube.com/watch?v=dPIKNbvMuFg
manuela8956@hotmail.it
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Interviste a Danilo Chiego e Gianluca D'Aquino (photo)
Bentornati “Ingenui” appassionati di letture al di fuori di ogni “retorica” commerciale.
Quella che vi presenterò oggi sarà un’antologia futurista leggibile gratuitamente su internet.
Mi correggo, non sarò proprio io a descrivervela bensì le parole di due dei dieci partecipanti di quest’opera dedicata al 100esimo anniversario del Futurismo.
Intervista a Gianluca D’Aquino, cofondatore dell’iniziativa nonchè autore del racconto “La guerra, sola igiene del mondo” e a Danilo Chiego, autore del racconto “Un adolescente in fuga”:
1) Un po’ di presentazioni:
Gianluca: Piacere, sono Gianluca D’Aquino, classe ’78, una buona annata per i vini, forse un po’ meno per gli scrittori. Tanto è che essendo astemio per convinzione non ho potuto dedicarmi al passatempo di Bacco e ho preferito concedermi alla narrativa. Scherzi a parte, scrivere per me è ormai una necessità più che un mero piacere, lo faccio con continuità, dedizione, interesse e con un minimo di sana ambizione. Mi piacerebbe poter vivere di scrittura e arrivare a essere capace di farmi apprezzare realmente per il mio lavoro.
Danilo: Piacere, sono un ragazzo di 16 anni e frequento il Liceo Scientifico “G. Galilei” di Manduria, in provincia di Taranto. Coltivo nel tempo libero la passione per la lettura e la scrittura...
continua http://ingenuo.netsons.org/2009/07/09/il-centenario-del-cielo/#comments
*GIANLUCA D'AQUINO, curatore Antologia Futurista Il Centenario nell'Azzurro, x Luce Marinetti: AA.VV. ASSOCIAZIONE LETTERARIA DIETRO L'ARTE-ALESSANDRIA( A. Baldi, A. Silvani, C.Braggio, D.Chiego, M. Piazza, M. Vio, M. Malaspina, M. Leitempergher, gli autori, oltre allo stesso D'Aquino)- Ebook Futurist Editions/Este Edition on line
INTERVISTA A GIANLUCA D'AQUINO
D- D'Aquino: un florilegio neofuturistico originale e inedito; ad Alessandria siete molto attivi...
R: Alessandria è una città che per lungo tempo si è identificata con il suo colore sportivo: il grigio! Purtroppo la realtà non è molto cambiata anche nei tempi recenti ma qualcosa in prospettiva futura potrebbe muoversi, così da dare colore e vita a questa realtà ancora troppo provinciale. L’entità artistica della zona è troppo legata alla tradizione locale che, da un lato non deve essere dimenticata, dall’altro non può e non deve essere un freno per lo sviluppo artistico e l’apertura a situazioni che vadano oltre, che guardino al di là delle solite cose che ormai nessuno considera più. Questo anche perché probabilmente chi aveva in mano il pallino della produzione artistica locale non ha saputo tenere alto l’interesse, finendo per trascinare una routine priva di spunti e finendo per parlare sempre delle solite cose e nel medesimo modo. La società corre veloce, si modifica, si evolve, con i suoi lati oscuri, certo, ma è un continua accelerazione: ha bisogno di novità e di stimoli. Questo per non rischiare di far scivolare nel dimenticatoio gli artisti e l’arte nostrana e generale.
L’Associazione Artistico-Letteraria “Dietro l’Arte”, nata dall’idea di un gruppo di giovani artisti, si pone questo obiettivo di rinnovamento, di svecchiamento e di rilancio dell’arte a 360° a livello locale ma con un occhio sempre attento alle realtà esterne, al fine di esportare il nostro e importare il prodotto di altre realtà. Attraverso i nostri eventi, sono passati autori e artisti provenienti da tutta Italia, scrittori, poeti, pittori, scultori, musicisti, cantanti, critici, chiunque avesse qualcosa da mostrare o da dire e che, in qualche modo, potesse arricchire la città e i suoi abitanti. Purtroppo la realtà e che oggi l’arte non ha grande appeal, a meno che non sia manovrata dai grandi burattinai e dai cartelli dell’editoria o dell’arte in genere, soggiacendo alle spietate leggi del marketing.
Nel tentativo di dare un nuovo luogo di incontro, scambio, arricchimento e flussi emozionali e artistici forti, nell’anno in corso ha avuto il suo battesimo l’evento “Alexandria Scriptori Festival”, un momento di condivisione e di occasione per artisti provenienti da tutta la Penisola.
Questo forse è uno dei punti forti del programma dell’associazione, che è riuscita in poco tempo e con tutte le difficoltà della “prima volta” a mettere in piedi un evento con un premio letterario annesso che ha raccolto contributi anche dall’estero. La speranza è che le istituzioni possano prestare, alla luce del successo ottenuto, maggiore attenzione alle nostre attività, fornendoci il supporto, anche economico, per una realizzazione ancora in più grande stile e dal più ampio respiro per il futuro. “Alexandria Scriptori Festival” sarà, e questa è una certezza, un evento che si perpetuerà negli anni con sempre nuovo vigore con cadenza annuale e, chissà, magari presto anche ogni sei mesi, con una sessione estiva e una invernale. Un piccolo successo che mi piace ricordare risiede nel fatto che siamo riusciti a dare fastidio a qualcuno, sollevando le malignità delle cariatidi arroccate sulle proprie posizioni e privilegi che nel tempo si sono arrogate, molto spesso senza tutto questo presunto diritto.
D- Sorprendente... è il mix, tra parola verso il futuro, ma reinventando quasi in versione minimale certo modernismo ormai classico di certa fantascienza da un lato, dall'altro l'estetismo appunto noir di Wilde e la generazione post-romantica.
R: L’Antologia Futurista è un nuovo atto del nostro progetto. Nata dalla collaborazione con i Futuristi, quelli veri, con gli amici Roberto Guerra e Maurizio Ganzaroli, da un’idea che ci è stata proposta e della quale non voglio sottrarre la paternità a chi ne ha diritto, si è sviluppata su un campo favorevole, lasciando spazio alle preferenze degli autori interessati con un tema libero, non necessariamente futurista in senso stretto, proprio perché si è voluto intendere il messaggio futurista come democratica apertura al connubio di tutti gli stili, a un’orgia letteraria in piena regola. Il futuro potrà essere diverso e reinterpretato, si potranno mettere paletti, temi o quant’altro, oppure si continuerà su questo filone, sull’idea di assenza di preclusioni, così da essere da tutti e per tutti.
D- Progetti futuri tuoi e del gruppo.
R: Molti, forse infiniti. Tuttavia non amo parlare troppo dei progetti futuri, un po’ per scaramanzia, un po’ per timore, un po’ perché è bene vendere la pelle dell’orso solamente dopo averlo cacciato, per evitare brutte figure o vane illusioni. I progetti in cantiere ci sono e sono tanti, presto e un poco alla volta avremo il piacere e l’onore di presentarveli. Tempo al tempo…
D- Fatti tu la domanda…
R: È sempre molto difficile farsi una domanda, soprattutto perché il rischio è quello di apparire autoreferenziali, ma anche perché di domande da porsi ce ne sono un’infinità. Parlerei, invece, in due battute, di un sogno, uno su tanti: il poter vivere d’arte. Allo stato attuale dei fatti, sono in pochi coloro che possono vantare un’esistenza svincolata dai canoni della vita comune, affrancandosi dalla quotidianità più ordinaria per vivere di letteratura. Il mio più grande desiderio è questo: poter vivere di narrativa senza dover fare altro per sostenerla. Questo è ciò che sto cercando di fare, con il massimo impegno e il minor numero di compromessi possibile…
Roby Guerra e Maurizio Ganzaroli
www.myspace.com/edizionifuturiste
www.este-edition.com libri on line
www.myspace.com/gianlucadaquino
GIANLUCA D'AQUINO LIVE WRITER PERFORMANCE
“Requiescat in pace”
di Gianluca D’Aquino
Martedì 23 giugno 2009 ore 21:00
presso il dehor della creperia “Crepes l’avarizia”
di Alessandria (AL) corso IV Novembre n.46
con musiche del Maestro Pasquale Galluzzo
e letture drammatiche di Ramona Giangreco
Ingresso libero
*Avvincente romanzo noir, ambientato nella Londra di inizio ‘900, in grado di incarnare le ambientazioni e le atmosfere delle grandi opere dei secoli scorsi... "figlio illegittimo" dei grandi romanzi di Oscar Wilde, Bram Stoker, Robert Luis Stevenson, Charles Dickens... alcuni capitoli sono già stati definiti vere e proprie opere d'arte.
Parte della critica ha definito “R.I.P.” un romanzo gotico nella migliore tradizione inglese, per la concezione degli scenari, del tempo, dei personaggi, del rapporto tra scienza e meta-scienza, tra linguaggio scientifico e linguaggio esoterico, tra tecnica ed occultismo…
“R.I.P.” ferma l’obiettivo su alcuni aspetti cruciali dell’esistenza umana, tessendoli fra le righe di una trama avvincente, in cui la ricerca della verità coincide con l’interesse investigativo per un misterioso omicida seriale.
Un romanzo da leggere, senza fermarsi alle apparenze...
Un piccolo grande capolavoro...
L'autore
Sito Web: |
A CENA CON L'AUTORE-IL GUSTO DEL DELITTO
MAURIZIO GANZAROLI NOIR PERFORMANCE A FERRARA
Osteria degli Angeli, via volte 4
cena su prenotazione 0532764376
nella notte del 4 aprile, il cuoco Pierre, assunto da qualche mese, al'osteria è stato assassinato, chi sarà stato?
era riuscito in poco tempo a guadagnarsi la fiducia e la simpatia di tutti, ma poi qualcosa era cambiato.
non era più così prezioso come all'inizio, che cosa era successo allora?
chi poteva volerlo morto?
perchè?
l'investigatore Elaurd de la mort (l'artista Maurizio Ganzaroli), viene chiamato per indagare, e durante la sera, cercherà di aiutare ma anche di sviare i partecipanti alla cena, dagli indizi che porteranno alla scoperta del colpevole, che si terrà alle ore 23.
chi riuscirà prima di quest'ora ad indovinare, vincerà un buono per una cena per due persone.
http://sandsfrommars.myblog.it/archive/2009/03/08/maurizio-ganzaroli.html E-BOOK
http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=48746&format=html recesnione M.Ganzaroli
http://www.youtube.com/watch?v=A1HSYjmc7YA filmato clip M.Ganzaroli
Osteria degli Angeli presenta:
"IL GUSTO DEL DELITTO"
domenica 5 aprile, ore 20, via volte 4
Cena tematica in giallo.
Chi ha ucciso Pierre il cuoco francese?
l'investigatore Eluard de la mort, indagherà e chi sarà più veloce di lui, vincerà una cena per due persone.
L'artista Maurizio Ganzaroli, nei panni detective Elaurd de la mort, indagherà su un misterioso omicidio accaduto all'osteria.
da una trama scritta appositamente per la serata, dall'artista stesso, per una volta ci si potrà calare nei panni di un detective e provare a scoprire, tra una pietanza e l'altra, chi è il colpevole.
cena su prenotazione allo 0532764376
menù vegetariano e menù speciale.
http://www.youtube.com/watch?v=wYhXDfLR8oU filmato
MAURIZIO GANZAROLI PREMIO PULITZER FUTURIST EDITIONS ON LINE
Nuovo e-book per Futurist Editions, l'editing on line della nuova rete neofuturista, di cui Ferrara è tra i Link Reali: centenario futurismo live e diversi ferraresi tra i curatori dell'Editing... stesso, ad esempio Maurizio Ganzaroli, scrittore e artista visual di fantascienza, darkfuturismo, nonchè curatore di una delle webzine futuristiche, Sands From Mars su my space.
Premio Pulitzer è l'ultimo talentuoso lavoro di Ganzaroli, per la collana stessa Sands From Mars, e-book inaugurale: un microromanzo quasi ultra sintetico, scrittura accelerata come un trailer cinematografico, scansioni ritmiche quasi da telefilm (e certa letteratura di genere) americano. Non solo nell'hardware (la forma) ma il software (i cosiddetti contenuti).
Un lungo... cortometraggio via medium scrittura on line - metafora della dittatura della stampa contemporanea (e della Notizia, dello Scoop) sulla verità e sulla libertà umana, etica inclusa: un giornalista di un noto quotidiano americano scandalistico alla disperata ricerca del Successo, il sedicente Premio Pulitzer come ossessione, vittima di colleghi senza scrupoli e di un Direttore sadico alla caccia del maggior numero di news su omicidi, serial killers, suicidi, proprio come strategia editoriale.
Ganzaroli, senza tanti fronzoli barocchi e depistanti, disvela una sorta di postilla al celebre Quarto Potere di Orson Welles, rilancia l'ipotesi della Vecchia... Stampa quale autentico medium orwelliano, assai più della Televisione e dell'informazione elettronica...
Alla fine, la beffa estrema per il giornalista (non tutti adepti delle Caste dei Giornali) umano troppo umano, ma senza il minimo barlume di volontà di potenza: Si autofilma, inutilmente, come soluzione finale per vincere il Pulitzer...
http://sandsfrommars.myblog.it
SONJA PERIN - A EST DEL PARADISO (ESTE EDITION)
... Quest'appassionante giallo di Sonja Perin è un caleidoscopio dalle variegate trame. A parte la prevalente figura della fotografa Cris, la protagonista, molteplici altri personaggi danno vita ad un sequenziato tracciato di depistaggi e doppi giochi. Una stratificata struttura sempre aperta all'imprevedibile.
La geografia, che ambienta gli accadimenti tra le amenità naturalistiche e monumentali della riviera del Brenta, e la parallela, criminosa appendice del famigerato Felice Maniero (che l'autore reimpasta in umano ridimensionamento), contornano i sanguinosi risvolti di rivalità tra due clan concorrenti della malavita. Nell'incastico rapporto tra un vecchio saggio e la fotografa è costruita, non scevra d'affettive note, l'intelaiatura portante del romanzo.
La perversa diversione perpetrata dalle bande del crimine insieme alle contrapposte azioni di polizia alimentano nel lettore una curiosità mai piaga.
*Sonja Perin è alla sua seconda pubblicazione di narrativa. La sua opera prima, Una favola Blu, ha riscosso ampio successo di pubblico e di critica. Ha pubblicato e pubblica poesie e saggi su riviste ed antologie.
EMILIO DIEDO
http://www.youtube.com/watch?v=gh5HaqsCrvA Filmato
JACK ERA IL SUO NOME, SIGNORE! (di VALENTINA GAGLIONE) ..
Ero perso nell'urlo del mio amaro sentimento.
Sconforto e aberrazione, verso una guerra che non volevo esistesse, mi camminavano accanto. Ma fu ugualmente il baratro, fine crudele di ogni democrazia.
Dolenza, gemito, sangue e sudore.
Pura follia tra me e il mondo attorno. Un paesaggio di desolazione gremiva con orrore i miei occhi; gente che fuggiva, fuoco e resti di una landa ormai sfigurata, tarlata dentro.
Rumori e odori che i sensi umani non riescono ad immaginare, si rimandavano ovunque.
Cadaveri, cadaveri e ancora cadaveri; di ogni età, di ogni colore,di ogni sesso, di ogni bandiera; ma poi in fondo, sempre la stessa: quella umana.
Incedevo nella città fantasma, larva di me stesso, con sole lacrime da bere.
Un soldato stava accasciato sui gradini sbriciolati di una moschea. Divisa strappata e ferite sul viso, occhi sgranati e unghie nere, sporche come mai avevo visto prima. Erano il suo passaporto verso la liberazione, verso la morte.
Ripeteva un'ossessiva filastrocca: voce diafana, con labbra mosse appena.- "Tiratore scelto, tiratore scelto, sono questo per la patria, tiratore scelto, tiratore..." -Tiratore scelto? Ma scelto da chi? DA CHI???
Dalla vita o dalla morte?
Poi continuò-"Jack era il suo nome, signorsì!!!"- Urlò- "JACK ERA IL SUO NOME, SIGNORE!!!", e le mani cominciarono a graffiargli il viso, come se non facessero più parte del suo corpo, dissociate da esso lo graffiavano, senza controllo.
Mi sedetti accanto a lui e gli porsi un fazzoletto-"Tieni ragazzo, stringi e strappa questo"-, lui lo prese con una mano mentre l'altra continuava imperterrita il gesto folle sul volto.
-" No ragazzo usa anche l'altra voglio che lo strappi bene quel fazzoletto!"-
-" SI SIGNORE!!!"- Sbraitò con le palpebre strette e stringendo i denti.
-" Signore, io l'ho visto Jack. Ci hanno teso un'imboscata. Signore, io l'ho visto morire Jack...scoppiava tutto, sembravano fuochi d'artificio, assieme a brandelli di carne e io sono tornato indietro...VOLEVO SALVARLO JACK SIGNORSI!!!
Noi... noi...ci amavamo signore, volevo stringerlo ancora...invece l'ho visto a terra con tutto il sangue che sembrava nuotarci dentro. E non poteva abbracciarmi più!!!NON AVEVA PIU...LE BRACCIA, ...IL MIO JACK e non gli si vedevano gli occhi né la bocca, ma io signore l'ho baciato lo stesso SIGNORSI NOI CI AMAVAMO, ORA LO DICO! CAZZO SE LO DICO!!! JACK TI AMO!!!
.. ..
Mi alzai, distrutto più di prima, dissi solo -"Bravo ragazzo, continua ad amarlo il tuo Jack, lui lo fa ancora"-
Mi allontanai nella città fantasma, tra orde di cadaveri uguali. Tutti uguali. E non capivo il senso. Mi spostavo lento e non comprendevo; spettro di me stesso e di tutti gli uomini, che continuavano ad aggrapparsi con fatica, ad un blando raziocinio.
VALENTINA GAGLIONE
www.myspace.dissonanzeridondanti
http://noifuturisti.splinder.com/post/19982723/Dissonanze+Ridondanti