Roberto Guerra e Diego Marani su Alberto Canetto

 

Animal’s Farm (La Fattoria degli Animali)- 1945, Londra, Secker ... | http://historyglider.altervist...



 
*DA FERRARA SUPEREVA.IT (Network nazionale) 1/2011
 
D-Mr. Canetto: surrealismo o futurismo?
R-Prendo ispirazione da entrambi i movimenti: dai surrealisti certo esistenzialismo; dai futuristi le provocazioni e l’anticonformismo. Temi tutt’oggi dirompenti, talentuosi: talenti che oggi purtroppo attraggono poco la grande editoria in crisi. Producono spesso presunta cultura ingessata per pochi, non per tutti, quasi compartimenti stagni, strani, di dubbia meritocrazia. In grande quantità…
… E la quantità di mediocrità uccide la qualità delle potenzialità dei talenti diffusi. E’ necessario invertire la rotta; anche con provocazioni di rilievo mediatico.
D- Mr. Canetto: I talenti di Ferrara città d’arte e scrittori?
R- Mi limito ad un elenco, stile Fazio di “Vieni via con me”. Con la seguente premessa fondamentale. Ferrara città d’arte è un errore… la città soprattutto importa cultura, nel senso che valorizza poco i talenti ferraresi emergenti e postemergenti, magari già più noti fuori mura.
A memoria e scusandomi per sicure omissioni desidero segnalare: (a parte i miei amici futuristi ferraresi, avveniristici e inossidabili, amici come me del grande Graziano Cecchini),  naturalmente gli stessi celebri Vittorio e Elisabetta Sgarbi, Roberto Pazzi, Diego Marani.
D- Mr. Canetto: L’informazione, oggi, in generale?
R- In particolare, quella locale, gode della mia massima stima e rispetto. A differenza di quella nazionale, essa si basa sui fatti e non sulle opinioni. O No?
D- Mr. Canetto: Prospettive future
R- Sono un insaziabile ottimista. Il mio miglior libro è sempre quello ancora da scrivere, la miglior poesia quella ancora da recitare, il mio miglior ricordo… quello che non ho ancora in mente. Strategie per me naturali, quasi, per guarire la mia incontrollabile malattia, spero creativa! Nel 2011? Forse catturerò la Mondadori!
 
 
*DA La NUOVA FERRARA  11/2011 di DIEGO MARANI SU ALBERTO CANETTO
 
http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2010/11/18/news/il-bluff-del-libro-di-canetto-l-intervento-dello-scrittore-marani-2768497
 
 
Nullum est iam dictu quod non dictum sit prius (Nulla è oggi detto che non sia già stato detto). Sta suscitando scalpore la rivelazione che il romanzo di Alberto Canetto, Realtà vera, non è pubblicato da Bompiani, come farebbe pensare la copertina, ma da uno sconosciuto tipografo che ha contraffatto con un 'copia e incolla' il marchio della pregiata casa editrice milanese.

Copiare un marchio di questi tempi è la cosa più spregevole che ci sia, usurpazione del diritto d'autore, roba da pirati e manigoldi che siamo abituati ad associare con la mercanzia da poco dei paesi asiatici. L'Europa intera sta alzando le difese contro le contraffazioni e i falsi al punto che oggi comperare un prodotto con marchio falso è diventato un reato. Chi avesse acquistato o messo in vendita il volume di Canetto potrebbe dunque, almeno teoricamente, essere perseguito per legge. Per aver spacciato un falso.

Ma siamo poi così sicuri che il libro di Canetto sia un falso? In che cosa sarebbe falso? Il volume si apre con il patrocinio autentico del Comune di Ferrara, cui fa seguito una prefazione firmata davvero da Vittorio Sgarbi. Realtà vera è stato presentato in una serata letteraria dai sindaci di Ferrara e Massafiscaglia nonché dalla presidente della provincia di Ferrara, tutti e tre autenticamente presenti in carne ed ossa all'evento. In più Canetto devolve parte del ricavato dalla vendita del suo romanzo alla verissima Associazione Giulia. Già con questi elementi il libro di Canetto non è più del tutto falso: diventa un collage di verità parziali. Ma a questo punto una riflessione s'impone sul significato di vero e falso, di originale e copia nel nostro tempo.

La nostra cultura ci abitua a considerare il copiare un male. Chi copia a scuola è un vile e viene punito. Eppure ci sono culture dove il copiare invece è un esercizio di pregio, un omaggio all'originale. I bambini cinesi per imparare a scrivere devono copiare gli ideogrammi della loro lingua infinite volte. Solo così possono memorizzare tremila e più caratteri. Mica come noi che ne abbiamo ventuno da ricordare. Ancora oggi in Cina la pittura più elevata è la copia ripetitiva di ideogrammi sempre uguali e di motivi ricorrenti.

Copiare per i cinesi è quindi un'attività nobile, non un sopruso. Ma anche nella Roma antica copiare era un'arte. Quante opere greche abbiamo nei nostri musei che sono in realtà copie romane? Copiare è in fondo salvare, conformare il proprio segno al modello che si imita.

Nel suo recente saggio In praise of copying (Elogio della copia) lo scrittore americano Marcus Boon sostiene che tutto nell'universo è copia di qualcos'altro, come diceva anche Socrate, imitazione di idee che esistono oltre la loro forma reale. Platone la chiamava mimesis o imitazione e Heidegger l'ha definita presentazione di qualcosa nelle forme tipiche di qualcos'altro. Boon cita il caso dei negozi che vendono dichiaratamente false borse di Vuitton, addirittura prodotte negli stessi stabilimenti dove si fabbricano anche quelle vere. In questo caso che differenza c'è più fra originale e copia? Noi siamo convinti che copiare sia un inganno, ma in fondo questo non è più vero se l'inganno è dichiarato ed invece di essere copia è imitazione. Realtà vera di Canetto è dunque un vero falso, dove il vero predomina nei riconoscimenti ed è assoluto nel contenuto.

Il falso sta solo nell'imitazione del marchio di Bompiani. Canetto imita per assomigliare, copia il marchio Bompiani per meritarlo. Allora la controversia è facilmente risolta: che Bompiani crei un apposito catalogo per falsi e vi inserisca Canetto come primo titolo dei Bompiani contraffatti: diventerà un pezzo da collezione. Che Canetto dal canto suo faccia come Boon rendendo il suo Realtà vera accessibile su internet. Così chiunque potrà copiarlo, quindi imitarlo, forse conservarlo e chissà migliorarlo. Che si apra insomma un "Cantiere Canetto" e che Realtà vera diventi una palestra di autori, lettori, falsari e altri imitatori.