-da Lunedì 14-3 su Asino Rosso giornale on line -tutta la casta Ferrara ai Raggi X-
Ferrara è in caduta libera: dal Palazzo degli Specchi all'affare Kona al prossimo scandalo annunciato dell'Idrovia, esiste ormai un dossier senza fili, un wireless, persino fibre ottiche o via-satellite, che la casta Ferrara si ostina ad occultare quasi fosse un metafisico filo...d'Arianna. Qualche segno della magistratura qua e là, alcune timide voci delle opposizioni, una vitalità residua culturale, ma nessuna voce critica da artisti ed intellettuali ferraresi, tranne Azione Futurista Ferrara naturalmente.
Alla fine a Ferrara, la casta fa quel che vuole, alla fine le opposizioni non fanno un cazzo o quasi.
Va benissimo il referendum per il Sant'Anna di Progetto per Ferrara: solo noi futuristi già da tempo lo rilanciamo. Ma parte già come una bolla di sapone. Grave gaffe ad esempio del senatore Balboni che non ha trovato di meglio, anziché rilanciarlo- lui e il Pdl ferrarese (e magari quello nazionale, visto che è un senatore) di attaccare Tavolazzi, per vecchie storie non pertinenti.
Il segnale è tuttavia netto! Il Pdl Ferrara, dalle comiche storiche dello stesso Brandani ripetute a suo tempo (con strane distrazioni in consiglio comunale, quando militava in AN), a certa sua spesso sonnolenza ingiustificata costante, come spesso anche sottolineato da voci critiche interne, poi sparite o uscite dal partito (ma non i finiani ferraresi, sia ben chiaro, tranne Rendine), insomma sembra confermare, le ripetute voci di inciuci con il PD.
La logica del clan, della casta, della tribù domina Ferrara! In questi anni soltanto un patto di ferro, almeno tacito, tra le opposizioni al Pd, ovvero tra PpF e Pdl poteva far saltare la farsa Kattokomunista. Ma evidentemente... Balboni, oppositore storico, da Roma soffre ormai di cataratta ferrarese, non discerne più le dinamiche periferiche (oppure appunto certa logica trasversale della casta impedisce azioni alternative concrete).
Gli stessi PpF, tuttavia, a dispetto delle loro origini come costola di certa netervolution di Grillo, a livello di comunicazione sono un disastro o quasi. Sembrano un gruppuscolo chiesastico, extraparlamentare, ben poco dialettico e interfacciabile con la società civile, con le rare forze anche culturali potenzialmente alternative. Anche qua l'ombra della logica della casta incombe. Una casta Ferrara che condiziona, e questo l'aspetto più strutturale e difficilmente risolvibile, non necessariamente per questioni d'insospettabili interessi trasversali.
La manipolazione, il virus riflette il DNA della città estense, un villaggio ancora agreste, ostile al nuovo ed al futuro: vero e proprio da un lato psico-comunismo, in 70 anni quasi di assenza di alternative politiche, dall'altro la psicologia collettiva ferrarese, appunto fondamentalmente antimoderna, quasi autistica, estranea al divenire del mondo, persino al calendario, nella metafora, l'anno 2011. Informazione debole o collusa inclusa....
Necessario pertanto un bisturi futurista: in questa città di zombies, informazione inclusa, almeno “Lasciateci divertire!”: largo alla fantapolitica!
D'altra parte anche una operazione culturale: anticipazione estratti di un volume “Contro Ferrara passatista” (la miseria della provincia nel XXI secolo) già nel catalogo futuro di una nota casa editrice underground nazionale!
ASINO ROSSO1