Alla caduta dell’Impero, la Cina conobbe con Sun Yat Sen la sua prima rivoluzione democratica e liberale, che portò, tra l’altro ad inedite codificazioni normative civili e penali, derogando alle ancestrali tradizioni confuciane e taoiste. L’avvento al potere di Mao Zedong diede alla Cina un sistema marxista confuciano fondato su un egalitarismo socialmente stratificato comunque non nuovo nella storia dell’Impero di Mezzo. La rivoluzione culturale fu poi l’approdo, pur tra le devastanti estremizzazioni ideologiche, di un processo di emancipazione delle campagne nei confronti delle città secondo un modello esportabile internazionalmente nei Paesi del cosiddetto Terzo Mondo. Gli eventi del 1966-1969, dopo i disastri del Grande Salto in Avanti, si rivelarono un altrettanto fallimento. La rivoluzione culturale contribuì a rallentare ancor di più lo sviluppo della Cina. La scomparsa di Mao e l’eclisse della Banda dei Quattro, capeggiata dall’odiata vedova del Grande Timoniere, rappresentarono una svolta epocale. L’ascesa di Denxiaoping contribuì a riequilibrare la società cinese, nel contesto di una miglior distribuzione delle risorse e delle attività economiche. Grazie a questo nuovo modello di sviluppo, fondato sulle parole d’orine delle modernizzazioni, la Cina post maoista è ora divenuta una potenza globale, capace di sfidare e minacciare gli assetti dell’economia mondiale. La modernità, nel persistere dei principi confuciani, mai venuti meno, del resto, anche durante la campagna del “Pilingpikong” (lotta contro Confucio e Lin Piao), durante la fiammata della rivoluzione culturale, è ormai una realtà in Cina. Le modernizzazioni, tuttavia, hanno riaperto il discorso interrotto negli Anni Venti del XX secolo, ponendo con forza la questione democratica. Spenti gli echi di Tienanmen (1989), ritorna l’ansia di partecipazione e di libertà sulle ali della brezza della primavera dei gelsomini. Il mondo cinese va incontro a tutte le evoluzioni culturali di questi anni a velocità straordinaria. E’ difficile fare previsioni sui tempi di una stagione liberale nel Paese di Centro e se quest’ultimo sia alla vigilia di un’altra rivoluzione. Quale sarà, dunque, l’effetto sulla Cina degli eventi che scuotono il Nord Africa e il Medio Oriente? E quanto continuerà a influire sul corso della storia cinese l’eredità della sua cultura millenaria?
Casalino Pierluigi, 10.03.2011.