Elogio del consumismo

 
 
Dal 2001 siamo in guerra con l'Islam (forse con la Libia, tra breve- ma solo un altro fronte, capitolo..): per fortuna, Era evoluta, la guerra è al passo con i tempi, cibernetica e dislocata nelle aree ben note, culturalmente ed economicamente arretrate non per imperialismi estinti da decenni– come certa ideologia radical chic, tardoborghese- che gioca ancora all'alternative- analfabeta persino del calendario, 2011, si ostina a sostenere, foraggiata dagli old media e dai resti del  fascismo rosso sessantottardo . E' culturalmente e politicamente scorretto ammetterlo, ma spariti i colonialisti, riemergono le guerre tribali e le superstizioni, spesso la violenza e l'intolleranza ...religiose (Islam docet!). Mentre naturalmente sceicchi e capotribù hanno letteralmente i rubinetti d'oro massiccio a 18 carati!
Per la cronaca, come tutte le reliquie, certi pseudoprogressisti odierni, si tratta di zombies.. estranei a certo modernismo italiano a suo tempo espresso persino e meritoriamente dal PCI!
Tra le variabili di tale superconformismo dell'anticonformismo reificato, alienato e anche schizoide, con l'assurda identificazione pseudoculturale tutta italiana, Berlusconi società turbocapitalistica, oggi è di moda la denuncia del consumismo, ovvero della società della sovrabbondanza. L'analfebetismo sociocibernetico dell'ex sinistra e una specie di Parkinson della memoria storica producono strani effetti.... Quel che si contesta oggi, la società dei consumi è sempre uno dei bersagli della mistificazione religiosa, da sempre. Il popolo nella penuria e nella miseria, tranne naturalmente cardinali vari....
Nulla di nuovo sotto il Sole: sono soprattutto gruppi politicizzati o culturalmente unidimensionali delle classi benestanti o abbienti o i rampolli di costoro a promuovere tali buffonate ipocrite e bugiarde! L'archetipo è sempre quello: “il denaro è lo sterco del diavolo”.... Siccome nessuno ha ma visto Satana nel cesso, va da sé l'astrazione e la superstizione alla rovescia, oggi molto laica e laida..., di tale assioma mentale, semplicemente fasullo e anzi pericoloso.
Una allucinazione tipica della società della sovrabbondanza, anche nelle sue crisi, l'unica forma di ingegno... sic! Di certa casta paraculturale ormai disadattata rispetto alla fine di ben note e criminali illusioni epocali, che continua -nonostante la storia- a riciclare i medesimi errori, ad inquinare le nuove generazioni.
Persino l'8 Marzo, con il pretesto del sexi gate del Premier è stato pressato in tale allucinazione. Senza il consumismo non ci sarebbero maquillage e lavastoviglie, né seduzione ed erotismo! Ci sarebbero donne, basta vedere i filmati di solo qualche decennio fa, disfatte dalla faticosa routine domestica e-o lavorativa nei campi e dal tempo, Ci sarebbe piaccia o meno assai meno bellezza in giro. Non ci sarebbe una delle grandi conquiste della modernità: la vita come loisir e gioco quotidiano.
Ma si sa certi pseudorivoluzionari son fissati con il futuro e la società perfetta, odiano il presente, pur usandolo privatamente senza il minimo senso di colpa! E' una sovversione individuale, godersi il presente, il peggior peccato per le ideologie collettive, oggi-spariti i Partiti- incarnata nel partito misconosciuto della massa, dell'opinione pubblica, del gruppo, del clan, della tribù, da sempre invero il vero volto della tirannide.
Sempre simbiotica l'intefaccia popolo-autorità, anche quella democratica. Un errore storico ma forse persino sociobiologico, vista la ripetizione ciclica se non eterna del meccanismo, neppure sconosciuto ovvio a scoologi e psicologi, ma poi, rimosso, obliato, impossibile sostenere alla luce del Sole, tale verità indicibile, ad esempo che Hitler era tutt'uno con il popolo tedesco e così via, anche in casi ben diversi come le moderne democrazie...
Se è vero che sono possibili diverse modalità di consumismo, eticamente e qualitativamente differenti, tuttavia son più prossimi al totalitarismo e alla violenza psicosociale, dal punto di vista psicologico gli untori o demonizzatori del cosiddetto consumismo che i fans del telefonino-nella metafora- ultimissimo modello, quantomeno quest'ultimi meno falsi e certamente senza l'arroganza totalitaria e pericolosa di salvare gli altri, il mondo, indipendentemente da quel che desiderano fare o come la ..Terra gira!
La libertà- entro alcuni limiti- leggi gulag o lager e situazioni simili, è sempre opzione individuale, al massimo le equipe in tal senso collettive possono stimolare tale desiderio, agire nella storia come detonatori, in quanto minoranze certamente creare o accelerare il progresso e l'evoluzione delle cose umane, ma appunto, soltanto il primo livello. Già il secondo è sospetto, sostituirsi semplicemente ai tiranni precedenti!
Viva il superfluo, come ben sosteneva Oscar Wilde!