Manifesto Heliopolis Per Una Nuova Oggettività (postfazione) di Giovanni Sessa * from Fondo Magazine

In previsione dell’uscita del libro-manifesto metapolitico Per una nuova oggettività. Popolo partecipazione destino (Ed. Heliopolis) si terrà a Roma, il 16 aprile prossimo, con inizio alle ore 15, presso il centro culturale L’Universale, Via Caracciolo, 12, un incontro preparatorio aperto a tutti. Il Fondo ha già pubblicato vari interventi sull’argomento [si veda QUI] e, di seguito, propone in anteprima la postfazione di Giovanni Sessa.

La redazione

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UN’IDENTITÀ PLURALE
di Giovanni Sessa

Fin da quando, durante le giornate del Convegno “Evola e la filosofia” del Maggio 2010, Sandro Giovannini mi parlò del Suo progetto di realizzare un Libro-Manifesto rappresentativo di una ben individuata area di pensiero, colsi l’importanza dell’iniziativa, dato il particolare momento storico politico che stavamo e stiamo vivendo, in quanto europei e italiani appartenenti alla comunità ideale alla quale questo Manifesto è tornato a dar voce. D’altro lato, con Giovannini eravamo coscienti delle evidenti difficoltà che, inevitabilmente, avremo incontrato lungo il cammino, data la progressiva atomizzazione cui il nostro mondo è andato incontro nel corso degli ultimi decenni. La smobilitazione ideale che taluno ha realizzato, più o meno scientemente, non giocava certo a nostro favore. Al termine del lavoro, credo sia possibile dirsi almeno parzialmente soddisfatti di quanto, con mezzi minimi e grandi sacrifici, soprattutto di Sandro e pochi altri, si è riuscito a realizzare. Abbiamo, credo, corrisposto, innanzitutto, all’esigenza prioritaria che ha motivato la nostra fatica, quella “registrativa”. Il lettore può verificare di persona come i testi qui raccolti, siano tra loro diversificati per tematiche, stili, spessore: addirittura, alcuni tra essi, si distinguono anche per il momento propriamente progettuale. Penso che in questo dato, più che un elemento di debolezza intrinseca all’elaborazione teorica di un’area intellettuale, sia necessario leggere, sia pure in prospettiva, la sua costitutiva ricchezza propositiva. Per questo, la motivazione “inclusiva” e il rifiuto delle logiche escludenti verso gruppi, singoli o atteggiamenti ideali, è risultata proficua. Ha, infatti, a mio parere, fatto emergere elementi che accomunano e che consentono una ri-partenza, intellettuale e politica. Oltre al contributo specificatamente culturale, tutti i testi del Manifesto evidenziano i bisogni reali e profondi degli Autori stessi, centrati come sono attorno a una forte partecipazione emotiva ed esistenziale una fuoriuscita dall’apatia al progetto. Ciò attesta, quantomeno, una volontà di fare, evocatrice di speranza, capace di rianimare i tiepidi, i perplessi, i titubanti. Del resto, ogni uomo, ogni comunità, ogni gruppo umano trova o recupera l’identità raccontandosi: è quanto è stato fatto nelle pagine precedenti. Anni fa leggemmo in un testo di Philippe Forget, una frase che spiega perfettamente il nostro tentativo: “…è in termini di apertura del senso che bisogna pensare le fondazioni dell’identità. Esse devono rinviare a una comprensione dell’essere come gioco di differenziazione” (P. Forget, Phénomenologie de la menace. Sujet, narration, stratégie, in Krisis, Aprile 1992, p. 3). Conclusivamente, ci pare che la lettura dei diversi contributi forniti al Manifesto: Per una Nuova oggettività. Popolo, Partecipazione, Destino, siano segnati, innanzitutto, da un forte riferimento al pensiero della Tradizione, declinato secondo Vie e ottiche diverse. Molti gli scritti che si richiamano al classico (per citarne solo alcuni: quelli di Campa, Casalino, Consolato, Sestito, Venturini), altri che si ispirano all’Oriente (Gorlani), altri ancora al Cattolicesimo (Siena,Vassallo). Ma non mancano posizioni diverse: poundiane (Gallesi), postumaniste (Vaj), movimentiste (Adinolfi).

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http://www.mirorenzaglia.org/2011/04/manifesto-heliopolis-unidentita-plurale/