Cose di Casta Nostra
Quando il capogruppo del partito da 65 anni al governo della città spedisce qualcosa ai giornali è naturale che gliela pubblichino per deferenza storica. Così è stato sabato 9 aprile, e al posto d’onore del Carlino s’è visto l’intervento di Merli titolato “Due ospedali: insostenibile“. Però non era necessario leggerlo salvo particolarissime necessità, tipo una prescrizione medica ad un autista ATC in malattia per esercizio propedeutico. Presenta infatti la stessa estrosità di un autobus cittadino in giro dalla mattina alla sera. Perché proprio di questo si tratta: una successione di frasi note, sempre quelle, ripetitive come la successione delle fermate dell’autobus. Le quali almeno hanno il pregio di essere reali. Invece nell’elenco di Merli di reale, di vero, c’è ben poco.
E’ appena uscito l’Annuario di Filosofia 2011 che ha per titolo “Il futuro della democrazia” sui problemi che ovunque angustiano la democrazia in evidente crisi evolutiva. Uno dei pensatori intervistati, il filosofo tedesco Robert Spaemann, spiegando i motivi per cui senza il prevalere della verità non esiste la buona politica, afferma: “Se non c’è verità, se la ragione non è l’organo della verità, allora c’è solo il potere degli uomini sugli altri.”. Leggere Spaemann e rievocare la politica di Ferrara è un tutt’uno.
Nella sua cantilena il Merli ripete che i professionisti, i tecnici e i referenti della sanità locale avallano la chiusura del S. Anna e relativo P.S. Cosa c’è di vero? Che si tratta dell’1% dei medici della sanità pubblica locale, meno di una decina di nomi, quasi tutti di nomina politica, e che interessi personali possono aver peso nell’assecondare la politica che li privilegia. Ma si guarda bene dal precisarlo. E soprattutto si astiene dall’ammettere che in altre città emiliane fanno esattamente il contrario. In particolare il caso di Modena analogo al nostro: tutti imbecilli fuori Ferrara? Aggiunge che il mantenimento del S. Anna lo condannerebbe ad un ruolo secondario nella rete regionale con grave danno per la città e l’università. Cosa c’è di vero? Niente! Il ruolo secondario dipendente dall’operatività delle strutture l’hanno già cercato e ottenuto, grazie alla riduzione dei posti letto e contestuale chiusura di decine di scuole di specializzazione, allontanando i docenti da un contesto universitario asfittico. Infatti, a Cona, oltre a prevedere ancor meno posti letto, mancano le strutture universitarie.
Ma la vetta della non verità ornata di ridicolo è raggiunta quando accusa “una singola forza politica d’opposizione” di speculare “sulle legittime preoccupazioni di chi non è in grado di valutare tecnicamente il progetto di Cona”. Caro democratico consigliere comunale Merli, su cosa si regge l’orgogliosa supposizione che il cittadino Giardini e tutti gli altri che il 16-17 Aprile andranno al referendum non siano in grado di valutare tecnicamente il progetto di Cona almeno con la stessa disinvoltura dei pochi dilettanti come lei che hanno voluto, scelto e deciso la carnevalata di Cona, e gestito il tutto con i fantozziani risultati ottenuti e le incredibili carenze rimaste? La Fallaci scrisse “La Rabbia e l’Orgoglio”, lei può tranquillamente cimentarsi in “La Casta e l’Orgoglio”.
Paolo Giardini