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Pierluigi Casalino LE SUGGESTIONI FANTASTICHE DI ANTONIO GIORDANO

 

  

 


 

 

Tra i pregi di Antonio Giordano, fotografo di originale versatilità, si distingue la sua capacità di cogliere inediti angoli di mondo generalmente trascurati dall’ordinaria professionalità dei moderni interpreti della rappresentazione. L’arte di Antonio Giordano riscopre universi viventi dell’infinitamente piccolo, fissandone i cromatismi fantastici in articolate immagini di movimenti e di pause. Il sogno del volo dell’uomo trova nel turbinio delle splendide macchine volanti naturali una propria ragion d’essere. L’osservazione paziente e puntigliosa di Antonio Giordano di astronavi, animate dai mille colori e dalle sagome eleganti e sinuose, ci offre uno spaccato di architetture spaziali, dinamiche e vibranti, in grado di aprire e solcare le immense vie dell’aria, simbolo ancestrale delle conquiste del cielo e del cosmo.

 

Regista straordinario di uno spettacolo di mirabolanti farfalle, Giordano ci presenta una galleria di ardite invenzioni aeromobili, organizza un’affascinante flotta aerea e dei suoi aeroporti che si confonde con i fiori e le foglie di un eden inedito e primordiale. Ne emerge una narrazione fotografica di estrema varietà, che cattura le movenze di creature dalle cangianti intensità di tinte e di armonie. La mediazione di Giordano si traduce in una meticolosa ricognizione del reale, che evoca le emozioni fantastiche della velocità in un riequilibrato rapporto tra natura e avventura del progresso. Tramite la ricerca di una stupefacente e quasi utopica filigrana ottica, Giordano descrive, interpreta e, infine, pervade, in chiave di architettura futuristica, l’immaginario collettivo di Marinetti, immergendolo nel mondo meraviglioso del batter d’ali delle farfalle. Ci viene incontro un autentico capolavoro a costo zero nello stile di un artista, non nuovo nel condurci nel vasto territorio della sensibilità. La vocazione di Giordano è di svelarci i segreti di un universo sconosciuto, forse dimenticato, negli eccessi del rito orgiastico della moderna stagione delle immagini. Rivivono in questa sfida personalissima simpatiche miniature viventi, quasi un normale sposare opere d’arte e oggetti di design nella quotidiana teoria di vegetazioni fantasmagoriche.

 

L’intreccio di istantanee lascia spazio al gusto e alla rivisitazione di soggetti non altrimenti conoscibili: in tale gioco d’insieme la fotografia di Antonio Giordano assume un ruolo esegetico. Nata per esser l’unica appare tanto rivelatrice quanto progettata come effetto moltiplicatore di vibrazioni e di proiezioni che hanno segnato la storia della scienza del levarsi nel vuoto. Atmosfere che rimandano alle suggestioni fantastiche dei viaggi interplanetari. Giordano, diversamente dai visionari ispirati dal volo degli uccelli, ci fa sognare l’eleganza delle evoluzioni di meccaniche avveniristiche uscite dal genio di Jules Verne.

 

Per concludere non semplicemente un’esperienza estetica, quella di questo demiurgo di sensazioni, ma emotiva, al limite della favola. Il motivo è semplice: spettacolari sorprese, ritratti di rebus allusivi, quadri a soggetto, affreschi vagamente inquietanti, espressi da un fotografo geniale, inquieto, curioso e vagabondo. Un percorso di assoluto livello tecnico, cui non è estranea una rara magia inventiva.

 

Casalino Pierluigi, 1.03.2011.

 

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