Pierluigi Casalino: L'ARTE DEI RUMORI

 


L’11 ottobre 1910, quasi due anni dopo quello di Marinetti, appare a firma di F. Balilla Pratella, il Manifesto del Futurismo Musicale. Esso non va aldilà di una violenta invettiva contro le istituzioni musicali del tempo, i critici e le case editoriali, gettare le basi di un possibile sviluppo della musica futurista. Queste vengono indicate nel successivo Manifesto Tecnico della Musica Futurista, pubblicato nel 1911, nel quale si avverte, nella scia delle esperienze innovative che si vanno facendo in Europa, che un’epoca sta finendo e un’altra sta iniziando, con tutte le lacerazioni e le incertezze che ciò comporta.
Chi concretamente, però, riesce a indicare alla musica futurista nuove prospettive, slegandola dal linguaggio ottocentesco, è Luigi Russolo. Russolo nel 1913 espone le sue idee ne “L’Arte dei Rumori”, che , che propugna l’introduzione del rumore nella musica come elemento determinante della composizione musicale, e la sua creazione e organizzazione, mediante apposite macchine in grado di riprodurre un’ampia gamma umoristica. Legate al movimento futurista sono poi esperienze di abbinamento suono-luce-colore e la realizzazione di “performance” fatte di improvvisazioni strumentali e vocali. La scena teatrale diviene il campo di un’attività di sperimentazione, in cui musica, danza, recitazione, pantomima, scena e canto, trovano l’ideale punto d’incontro, aperto ad istanze provenienti anche dall’esterno del movimento.
A circa cent’anni da quel fertile e convulso movimento creativo, si impone una riflessione su un’interessante e non marginale pagina della stagione futurista.



 

Casalino Pierluigi, 21.02.2011.