RIMBAUD IVES KLEIN E LA POETICA DEL BLU



                                          RIMBAUD E LA ROTONDITA’ DEL BLU

“Inventai il colore delle vocali!” – A nera, E bianca, I rossa, O blu, U verde”-. Così il poeta francese Arthur Rimbaud (1854-1891) riassume la sua ricerca dei colori associati alle parole nel poema in prosa “Alchimia del verbo”. Il suo itinerario poetico riprende un’antica analogia tra la forma rotonda della lettera O e i concetti di contenimento e pienezza, che si intrecciano a più riprese con il colore blu.

 IL BLU DI YVES KLEIN

Singolare ed eclettica è l’esperienza di Yves Klein (Nizza, 28.04.1928- Parigi, 6/6/1962), rivolta a tradurre la realtà solo e soltanto nel blu, reinventandone forme e immagini. Quella dell’artista francese è una figura complessa e bizzarra. Dal jazz alle arti marziali, all’esoterismo, oltre che pittore e scultore, percorre inediti itinerari del colore. Nel corso del suo viaggio verso il “Nouveau Réalisme”, la corrente artistica che contribuisce a fondare, ipotizza l’eliminazione della rappresentazione a vantaggio di una rigorosa monocromia, dove l’uso esclusivo del blu diventa un filtro deformante del mondo non solo visibile, talvolta con un intento ferocemente ironico. Durante la sua ricerca, sempre all’insegna del blu, Klein realizza nel 1960 una perfomance che fa molto discutere e per certi versi di ancora grande attualità. Due giovani donne nude, interamente cosparse di pittura blu, si rotolano su un’enorme tela bianca. In sottofondo un’orchestra suona la Symphony Monotone, una composizione dello stesso Klein, basata sulla ripetizione di una sola nota. Originalità come questa valgono all’artista francese la definizione di neodadaista.

Casalino Pierluigi, 11.01.2011.