Futurismo e avanguardie nel XXI secolo

Manifesto Kombi-Futurist K.P. Schneegass.jpgPhoto*MANIFESTO KOMBI-FUTURIST
 
di K.P. SCHNEEGASS-Net.futurismo Germany  Asinus Germanicus Asino Giallo!

Certa continuità futurista nel secondo novecento, identificabile soprattutto nell'area di Futurismo Oggi, dei vari Enzo Benedetto, Luigi Tallarico, Marzio Pinottini, Gino Agnese, Francesco Grisi, Antonio Fiore, Alberto Sartoris, J.M. Vivenza, e pure chi scrive, pur a livello quasi clandestino (nel senso underground della parola, prima di certa semantica orwelliana politichese...), pur ovviamente dalla parte delle avanguardie, tuttavia captava benissimo quel che – in quegli anni- forse nessuno più di un certo Baudrillard persino codificò in un pamphlet straordinario dedicato alla..sparizione dell'arte..

Non per banale effetto della cosiddetta industria culturale, ma per l'avvento della società dei simulacri, non necessariamente regressiva, piuttosto quale dinamico e sistemico quasi circuito cibersociale, l'arte con la A maiuscola (per dirla anche con gli odierni rilanci di Saccoccio e i netfuturisti- l'era dell'arte quasi nano-net con la minuscola) si estingueva.

Certa mistificazione nella superficie del mercato e della produzione artistica anche d'avanguardia coincideva a livello sintomatico con tale mutazione in atto... tra il Reale e il Virtuale..

I futuristi ultimi del secondo novecento, indicavano con tale affinità electro con gli antimaestri del postmodern più radicale, peraltro la necessità e libertà , pur nella vertigine fatale e non reversibile, di tracciare una sorta di metodo aperto o meglio contrometodo, in quanto inferibile sempre a livello provvisorio e mai a priori e sempre remixabile eventualmente, una sonda sonar o satellite... per pilotare il processo in progress del divenire estetico.sociale...

Insomma, benvenuta, ci mancherebbe alla cibercultura: soprattutto a  e per certa protocibercultura, tuttavia qualche mappa “normativa” andava controcorrente rilanciata....

Tale contrometodo, infatti, applicato, naturalmente, pur in modi dialettici, necessariamente entra in conflitto – ad esempio in Italia- con tutta certa corte dell'arte griffata trans-avanguardia nelle arti visive, a lvello letterario con il postpunk acido alla bolognese e all'italiana di Wu Ming e tale area e e affini, ancora persino con certo cyberpunk importato o assimilato e rielaborato...

Il futurismo, infatti, nella sua essenza, in quanto estetica tecnoscientifica antelitteram e poi cronaca live a partire proprio del secondo novecento, automaticamente con la sua azione futurista tecnosociale e tecnopolitica al di là di qualsivoglia laccio ideologico, in quanto tale – quasi come specchio lacaniano (assai poca psicologia... nelle tardoavanguardie italiane), riflette alla velocità del gigabyte- direbbe oggi Rossotrevi- le zavorre che appunto certa postavanguardia italiana di cui prima non ha ancora resettato...

La lezione mcluhaniana o di De Kerchove, infatti, per quanto magari sia astrattamente e cerebralmente parlata dai seguaci di Bonito-Oliva (ma anche Gillo Dorfless, al di là dello spessore più elevato di quest'ultimo) o di Luther Blisset o di certo futuribile italiano recente, segue trasparentemente ancora schemi..letterari, pre-elettronici. Se tali moduli, in specifici giochi linguistici, è pertinente e quindi propulsivo, la non consapevolezza tuttavia del feedback-per così dire- accumula necessariamente spyware e malware che possono anche trasformarsi in virus...

Certa post-transavanguardia persegue chiaramente orizzonti estetici ai limiti del manierismo, sia a livello di ricerca sia di medium-messaggi sociali pretesi perturbanti (ma spesso meri scandali e provocazioni dal profumo quasi spray paleoborghese e neoaccademici..), finanche certe propaggini già electro e video, installazioni, postumane e connettivistiche...

Un conto sono magari, nomi puramente indicativi, poiché non si tratta solo di mere eccezioni, molti gli artisti ancora creativi anche in Italia (e spesso la critica concerne semmai gli addetti ai lavori critici, storici, non artisti soprattutto che tuttavia monopolizzano il circuito dell'arte contemporanea...), quali il celeberrimo Maurizio Cattelan o il più underground Alessandro Amaducci (semplicemente geniali e ancora capaci eccome di arte e provocazione autentica sociale, in modi differenti cantori del posthuman e del futurist techno hard...), altro tutta una serie di minori che spacciano per novum, molta aria e smog fritti!!

Oppure, in letteratura, anche i sassi da un pezzo registrano trasparentemente residui portanti ideologici, ancora prossimi gira e rigira alle pagine più deboli degli stessi Negri e Bifo, trojans insite nelle sperimentazioni degli stessi Wu Ming, Luther Blisset eccetera, il passo verso i Centri Sociali è quasi una impronta paleontologa! Sul noir, poi, la fobia moda quasi è una coazione a ripetere, in version postmodern degli organici al partito dei tempi che furono. Il tutto, sia ben chiaro, per fortuna, sia tra gli acidi minimal italiani che per i noir, in certa autonomia di parola o narrazione, indubbia e dialetticamente, come dimostriamo.., d'accezione creativa


Non ultimo anche certa science-fiction italiana new wave connettivista, per altri motivi, qua, paradossalmente, attraversa eccome dinamiche, postmoderne,cyber, posthuman, nuova letteratura italiana del nostro tempo ad hoc, dopo decenni di ritardi neopostrealisti o novecenteschi moderati nazionali..., tuttavia, rispetto a certa science fiction socialmente sovversiva, alla Boroughs o all Dick e anche Gibson e Asimov a modo loro (e molti altri), qua Alien, in tal senso, diventa spesso un aragosta.....per quanto arrotinata.


Recentemente, anche in Italia si comincia a parlare, dopo decenni di etichette contingenti ed effimere relativamente, ancora trans-avanguardia, situazionismo, iper-realismo, postmdern, post punk, postbody art, e qualsivoglia, effetto del movimento angloamericano sempre più diffuso-cosiddetto transumanista- anche di arte ..transumanistica... In tale scenario, il link perturbante è gà in quanto tale, è già molto futurist: evocare clonazione, androidi e robot senzienti, semi-immortalità, e così via....

Va da sé, anche in questi vagiti che concernono anche tutta la cosiddetta arte elettronica, la futura o nascente Net-Art, la sua propagazione in Italia, visti certi archetipi non ininfluenti, la memoria futurista e il suo metodo contrometodo sono fin d'ora, antivirus preventivi fondamentali...


In quanto: se pur nel caos entropico/estropico/neghentropico contemporaneo, nientaffatto un limite, ma divenire virtuale/reale della freccia umana e postumana verso l'avvenire (nello stesso godimento presente non sublimabile...), l'uomo techno sapiens domanda nuovi orizzonti aperti, ipotetici, provvisori, ma finalmente hard, parole e colori e neuroni forti, oltre il pensiero debole inflazionatissimo e perdente, a livello umanistico-scientifico, parallelamente e complementariamente, tale nuovo software epocale concerne anche la cosiddetta dimensione estetica, scientifica e sociale.... Il futurismo va in questa direzione.... Ben vengano altre variabili parallele, dall'arte come estetica- prima di qualsiasi concettualismo- della libertà e quindi, come la scienza, contro qualsivoglia infame buon senso.. o gesuitismo di ritorno.

Noi le aspettiamo...e registriamo: il menu non è affatto scarno, il futurismo contemporaneo è ismo soltanto per banalità semiotiche, nessun ismo, la flotta esige molte bandiere e persino rotte di navigazione, addirittura anche conflittuali: l'unica cosa importante è il..Pianeta Marte condiviso, la fine della politica, della storia, della democrazia, dell'arte,  pre-scientifiche, dell'old homo sapiens e dell'old Kulture paraumanistica, per l'avvento del Regno della Scienza.

Noi futuristi e-o futuribili o innovatori (qualsiasi griffa in tal senso) siamo gli Umanisti autentici del terzo millennio!

 

Roby Guerra