Mantova: Grande Mostra per lo scultore di Ferrara Enzo Nenci

Dal 15 gennaio IL LINGUAGGIO DELLA SCULTURA a Mantova mostra sul grande scultore Enzo Nenci, vissuto 40 anni a Ferrara: a cura dell'Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, Speranza Galassi, Gianfranco Ferlisi e del figlio Giorgio Nenci qua intervistato.
 
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“Enzo Nenci il linguaggio della scultura” è il titolo della mostra che verrà inaugurata sabato 15 gennaio alla Madonna della Vittoria di Mantova, dove rimarrà visitabile fino al 27 febbraio. Si tratta della rivisitazione dell’opera di uno dei massimi scultori italiani del secolo scorso, nato a Mirandola nel 1903 ma trasferitosi a Ferrara con la famiglia nel 1907.
La mostra riprende il discorso sull’opera di Enzo Nenci (Mirandola di Modena,1903-Virgilio di Mantova,1972) con una scelta di opere  espressa dai più importanti Poeti del secolo scorso (Mario Luzi, Piero Bigongiari, Alessandro Parronchi, Roberto Sanesi, Franco Loi, Maria Luisa Spaziani, Giuliano Gramigna, ecc.). Il titolo Enzo Nenci il linguaggio della scultura, è riproposto da un testo critico del 1987 dello storico dell’arte Paolo Fossati.
Alla chiesa mantegnesca della Madonna della Vittoria saranno distribuite una ventina di sculture che tracciano l’ultimo percorso creativo dell’artista sviluppatosi a Mantova tra l’immediato secondo dopoguerra e l’anno della sua scomparsa. Un’indagine che inizia con le cosidette “ forme ribelli”, sculture d’esasperata espressività, conseguente all’animo esacerbato dell’autore per la perdita di due amatissimi fratelli nel conflitto bellico e il bombardamento del suo studio ferrarese.....
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Intervista a Giorgio Nenci: per Enzo Nenci il linguaggio della scrittura  da Supereva.it
 
d- Giorgio Nenci, sei nato a Ferrara nel 1938 e siamo al corrente che segui l’opera dello scultore
tuo padre e che hai collaborato alle mostre che nel tempo le istituzioni pubbliche gli hanno dedicato

r. Si, ho avuto l’incarico dai miei quattro fratelli di far conoscere alle generazioni che sono seguite alla sua scomparsa l’importanza della scultura di Enzo Nenci; tutto è partito dalla mostra curata a Ferrara nel 1978 al Chiostrino di San Romano, organizzata dal Comune perché avessimo la possibilità di scoprire la collocazione delle sue opere giovanili, quelle che avevano avuto tanto successo nelle belle mostre emiliane e venete degli anni venti e trenta. Come è noto, Nenci perse nel 1944 in un bombardamento su Ferrara lo studio con tutto quel che conteneva e c’era l’esigenza di ricostruirne il percorso artistico. Cosa che i ritrovamenti di opere in collezioni ferraresi ed emiliane hanno permesso.
d- Poi cosa è avvenuto
r-Niente, la documentazione raccolta è stata affidata a due importanti storici dell’Arte, Antonello Trombadori ( che era anche deputato) e Licisco Magagnato, direttore a Verona del Museo di Castelvecchio che introdussero in catalogo la grande mostra Enzo Nenci sculture 1921-1971 al Palazzo Te di Mantova, curata nell’aprile-maggio del 1983. L’eco del suo successo richiamava il m° Franco Farina che nella primavera del 1984 curava la mostra Enzo Nenci sculture a Palazzo dei Diamanti. Poi fu tutto un susseguirsi di proposte espositive da parte di importanti musei e gallerie pubbliche; ad oggi si contano in una ventina le mostre antologiche disseminate per l’Italia, dedicate a mio padre.
d- Come si spiega tutta questa attenzione
r- Credo che sia per le particolarità della sua arte; le opere del periodo orientalizzante ( i Bonzi e le Malesi ) realizzate a metà degli anni Cinquanta hanno sensibilmente interessato i seguaci della dottrina new age, e l’ho costatato ascoltando i discorsi di diversi giovani mentre visitavano la Retrospettiva di Enzo Nenci al GAMa di Gallarate, curata da Luciano Caramel nel 2003. .....
 
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