REPORTER EROI DOC. in Libia

Morire da reporter: la lezione di Tim e Chris * di Andrea Tafini
 

 
La città libica di Misurata è uno di quegli oscuri teatri di guerra di cui si parla e si scrive molto senza poter andare al di là di congetture più o meno fondate, per l’estrema difficoltà di andare sul posto e raccontare i fatti. A penetrare il buio di questa scarsità d’informazioni ha provato un manipolo di reporter, tra questi c’erano Tim Hetherington e Chris Hondros. I due, celebri fotogiornalisti e documentaristi (il primo britannico, il secondo statunitense), erano a Misurata per documentare l’uso delle bombe a grappolo da parte delle truppe fedeli al Raìs e per immortalare il dramma della città libica, isolata da mesi e sottoposta a brutali bombardamenti.
I due sono stati uccisi proprio dai colpi di mortaio che volevano portare a conoscenza del mondo, insieme alla brutalità della repressione di Gheddafi. Entrambi quarantenni, erano specializzati in zone di guerra “invisibili” ai media o poco raccontate; Liberia, Angola, Sierra Leone, Nigeria, passando per situazioni poco conosciute in Iraq e Afghanistan. Chris Hondros, candidato al premio Pulitzer, era diventato celebre per una foto che immortalava l’eccidio di una famiglia iraquena da parte di soldati americani nel 2005. Tim Heterington ha vinto il Sundance Festival nel 2010 e ottenuto una nomination agli Oscar con il documentario Restrepo, storia di un plotone statunitense di stanza in una sperduta base afghana. Il fatto di essere stati invisi e di aver irritato non poco le gerarchie militari e politiche del governo americano per i loro lavori è il segno più chiaro della loro onestà e grandezza giornalistica.
La limpidezza dei loro racconti è lontana da un certo tipo di giornalismo bellico edulcorato, che strizza l’occhio ad una delle parti in causa, o peggio, che enfatizza l’eroismo dove quasi sempre l’eroismo è inesistente. E’ una lezione semplicissima quanto difficile da seguire quella che ci lasciano in eredità i due fotoreporter: “fotografare” quello che accade, nulla di più, per togliere da ogni guerra la polvere di propaganda ed ipocrisia che la offusca. Sul coraggio di Tim e Chris, ed in generale di tutti i reporter che rischiano la vita per uno scatto od un flash d’agenzia in posti dove pochissimi oserebbero mettere piede, non c’è bisogno di scrivere. Il loro lavoro è la perfetta testimonianza di tutto questo, di quanto sia pericoloso cercare una verità nuda, portarla alla luce e mostrarcela. E’ un coraggio senza enfasi, asciutto ed essenziale, come l’ultimo tweet di Tim Hetherington prima di morire....CONTINUA