“Ombre”, di Donatella Basili ed Enrico Basili, Rupe Mutevole Edizioni

 

ombre-donatella-basili.jpg?w=183&h=300Per trovare se stessi/ prima serve sapere/ dove ci siamo persi./ È il balzo che raggiunge/ la scala. È vecchia e logora/ e trema ad ogni passo./ Ad ogni passo guizza e oscilla,/ ride o minaccia o si scioglie/ in un pianto vischioso,/ ectoplasma di volti/ accatastati, larve/ di vite esiliate.// Ma se sei appeso, hai la schiena/ calda del rocciatore/ vegliato dal sole che sorge.”

 

Il ritrovarsi, il cercare nuovamente e ripetutamente il proprio “io” con clausole di coscienza in quanto si ripercorre un filo d’Arianna che riporta all’inizio del viaggio, al luogo misterioso nel quale l’ “io” si è perduto. Donatella Basili ci offre in questo modo una possibilità, uno sguardo verso il passato senza alcun rimpianto, uno sguardo indagatore e magnanimo che vede in se stesso “se stesso”.

 

Ombre”, edito nel 2005 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana “Trasfigurazioni”, è una pubblicazione molto particolare che vede la mescolanza di due arti diverse ma che riescono a plasmarsi insieme: la poesia e la fotografia. Un progetto impegnativo, un progetto complesso che vede impegnati Donatella Basili ed Enrico Basili, rispettivamente per poesia e per fotografia. “Ombre” consta di 47 pagine suddivise in dedica, prefazione, corpo del libro che vede 20 fotografie e 20 liriche. Sono cinque i capitoli che racchiudono questo lavoro di comprensione e di avvicinamento: “La ricerca”, “L’ineluttabile”, “La nostalgia”, “La dignità”, “La sensualità”.

 

L’ispirazione della Basili nasce dalla visione delle fotografie, tutte immagini di ombre, di un “io” non specificato, una donna che cerca di mostrare se stessa attraverso la sua ombra, la donna simboleggia però l’intero genere umano. I cinque capitoli determinano un cammino di consapevolezza e di conoscenza che in primis i due autori compiono con le loro opere. Il lettore, in questo modo, è trascinato da un ritmo calzante ed emozionale che vede alla fine del percorso l’accettazione del proprio essere.

 

Questa porta che non si schiude/ pesa più della Morte -/ più della Morte pesa/ il ricordo di ciò che è stato:/ l’abbraccio di Dioniso/ il dolce inganno d’un aldilà/ palese, la certezza/ di quel filo che rende senso/ all’impietoso Caso -// Non ero pronta ad essere totale./ Disse la mia nemica:/ Io resto qui sull’isola ventosa/ fino alla morte di una di noi due.// E sul mio sgomento/ chiuse la porta.

 

La musicalità dei versi si ripercuote nell’immagine rapita dall’occhio di Enrico, immagine e parola riescono a descrivere un sentimento di abbandono e di ombrosa malinconia. La Morte, Dioniso ed il caso sono ricercati come figure neutre che non qualificano l’ “io”.

 

Non mi farai tacere:/ parlerò cogli occhi/ o con le mani/ coi gorgoglii del ventre/ o con il sangue -/ secondo un codice.// Ecco il segreto:/ l’assenza – la presenza.// Non mi distruggeranno/ le tue sferzate:/ io so cambiare forma.// Sono maestra nella trasformazione.”

 

Vi lascio un link di un’intervista rilasciata da Donatella Basili:

http://www.comunicati.net/comunicati/arte/letteratura/145795.html

 

Lascio link utili per visitare il sito della casa editrice e per ordinare il libro.

http://www.rupemutevoleedizioni.com/

http://www.reteimprese.it/rupemutevoleedizioni

http://www.poesiaevita.com/

http://www.facebook.com/pages/Ufficio-Stampa-Rupe-Mutevole/126491397396993

 

Alessia Mocci

Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni