Il Sole 24 Ore- l'era dei dittatori musulmani è finita

 


 
 
Il cardinale Antonios Naguib, patriarca di Alessandria dei copto-cattolici, è a Sant'Egidio per la giornata di studi e incontri tra cristiani e musulmani. È appena arrivato dall'Egitto, dove è iniziata la transizione e provvisorio assetto politico deve fare i conti anche con la crisi libica, ma anche con i focolai di tutta l'area e rischio di un ulteriore contagio.
Il mondo arabo sta esplodendo?
Si può dire di sì, da quello che sta accadendo.
L'equilibro durato più di mezzo secolo su cui si è retto un sistema di regimi si è rotto tutto d'un colpo?
Non è stato un fenomeno improvviso. In Egitto, per esempio a determinare l'insurrezione hanno concorso diversi fattori: la corruzione, la gestione privatistica dell'economia, la gestione del potere, cui si sono sommati la disoccupazione, l'aumento dei prezzi, a partire da quelli alimentari e l'assenza di alloggi per le famiglie.
Dalla Tunisia la rivolta ha contagiato tutta l'area.
Bisogna partire da un dato. Prima di essere un cristiano o musulmano o di appartenere a una corrente o all'altra, o a un partito o a un altro l'uomo va visto come tale, e come cittadino come gli altri. Questa nuova generazione con la globalizzazione mediatica è legata al mondo intero, e vuole qualcosa che la leghi al resto del mondo, e non a questa o quella fazione.
Perché la vicenda libica è radicalmente diversa nelle modalità da quella egiziana, o da quella tunisina?
C'è una sola ragione: il capo. Io direi che l'ex presidente dell'Egitto era un uomo nobile, un uomo che veramente cercava il bene del paese, e penso che nonostante tutto fosse sincero. Il leader libico Gheddafi dichiara che vuol provare ad essere sincero e a volere il bene, ma nessuno può volere il bene e ammazzare i suoi cittadini.
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