Roby Guerra
L'eredità di Evola: 40° anniversario della scomparsa
Recentemente, fine novembre, un convegno a più voci con relatori di spicco per l’anniversario di Julius Evola, da un secolo… quasi figura complessa, controversa, ma indubbiamente geniale per la storia della filosofia italiana e contemporanea.
Tra essi, protagonista Giovanni Sessa, filosofo “romano” , curatore con altri de La Scuola Romana di Filosofia Politica (fondata a suo tempo dal compianto Gian Franco Lami), della rivista PoliticaMente, recente autore di una biografia sul filosofo veneto Andrea Emo, figura altrettanto paradigmatica di liberi pensatori italiani , politicamente e culturalmente scorretto, oggi rilanciato trasversalmente dallo stesso Massimo Cacciari. Di seguito una intervista a Sessa che esemplifica i lavori in corso, oggi anno 2014, su Julius Evola, tra postfilosofia e nuova estetica forti e contro il pensiero liquido prevalente…
D. Quale bilancio è possibile trarre a conclusione del Convegno “L’Eredità di Evola” tenutosi a Roma il 29 Novembre scorso e che ha chiuso le celebrazioni del quarantennale della morte del filosofo?
L'eredità di Evola: 40° anniversario della scomparsa
Recentemente, fine novembre, un convegno a più voci con relatori di spicco per l’anniversario di Julius Evola, da un secolo… quasi figura complessa, controversa, ma indubbiamente geniale per la storia della filosofia italiana e contemporanea.
Tra essi, protagonista Giovanni Sessa, filosofo “romano” , curatore con altri de La Scuola Romana di Filosofia Politica (fondata a suo tempo dal compianto Gian Franco Lami), della rivista PoliticaMente, recente autore di una biografia sul filosofo veneto Andrea Emo, figura altrettanto paradigmatica di liberi pensatori italiani , politicamente e culturalmente scorretto, oggi rilanciato trasversalmente dallo stesso Massimo Cacciari. Di seguito una intervista a Sessa che esemplifica i lavori in corso, oggi anno 2014, su Julius Evola, tra postfilosofia e nuova estetica forti e contro il pensiero liquido prevalente…
D. Quale bilancio è possibile trarre a conclusione del Convegno “L’Eredità di Evola” tenutosi a Roma il 29 Novembre scorso e che ha chiuso le celebrazioni del quarantennale della morte del filosofo?
R. Sicuramente un
bilancio estremamente positivo. I relatori intervenuti, docenti di
diverse Università italiane, quasi tutti prefatori delle opere di Evola
edite dalla Mediterranee, hanno approfondito molti aspetti dell’eredità
culturale del pensatore tradizionalista. In particolare, Massimo Donà si
è occupato di filosofia evoliana, Romano Gasparotti di filosofia
dell’eros, Vitaldo Conte di Arte/Poesia, Claudio Bonvecchio di
Tradizione italico mediterranea, Davide Bigalli di ermetismo, Mario
Conetti dei contributi storiografici di Evola, Giovanni Casadio degli
studi evoliani di ambito storico religioso, Giuseppe Parlato di Evola e
la Politica,
Emilio Fabio Fabbri dei rapporti con l’Islamismo. Tutti hanno messo in
luce la qualità e la potenza speculativa del pensatore romano, davanti
ad un pubblico numeroso, partecipe ed attento. Quelli dei relatori sono
stati contributi di elevato livello scientifico che hanno mostrato che,
la libera ricerca, è in grado di abbattere preconcetti, pregiudizi e
steccati ideologici di ogni specie. Il pensiero di Evola, alla fine dei
lavori, è emerso in tutta la sua significanza, al di là delle
esaltazioni agiografiche e delle demolizioni pregiudiziali, quale
esempio di pensiero del Nuovo (possibile) Inizio europeo.
D. Sono quindi stati
superati gli stereotipi che hanno ghettizzato per decenni Evola,
qualificato da certi critici quale pensatore fascista, razzista,
antisemita?
R. Se ci si
attiene alle risultanze dei Convegni tenutisi quest’anno e organizzati
dalla Fondazione Evola, se si leggono le molte opere dedicate al
filosofo e le prefazioni ai suoi libri scritte da insigni studiosi di
fama internazionale, la risposta non può essere che affermativa.
Purtroppo, permangono sacche residuali di “critici ad ogni costo”, i cui
giudizi riduttivi, afilologici, affrettati e non storicamente
contestualizzati, continuano a riproporre vecchi cliché. Se ne è avuto
esempio nelle troppe critiche immotivate, da destra e da manca,
suscitate dal Convegno del 29 novembre. L’evento ha sollevato un
polverone, dapprima all’interno di una mailing list afferente ad
un’associazione europea di Storia delle religioni di cui è parte in
causa uno dei coraggiosi relatori, accusato esplicitamente di
partecipare ad un consesso volutamente mirato ad una riabilitazione
accademica di Evola. Le critiche sono divampate poi sul web e ad esse
hanno risposto rappresentanti della Fondazione. Se a sinistra il luogo
comune maggiormente riproposto in questi giorni è la solita accusa
rivolta ad Evola di essere un pensatore, sic et simpliciter, fascista e
razzista (per smentire la quale rinviamo al recente J. Evola, Mito e
realtà del fascismo, Lucarini editore, Roma 2014 e a J. Evola, La
Rassegna Italiana (1933-1952), Lucarini editore, Roma 2012), a destra ci
si è scandalizzati del fatto che la Fondazione abbia organizzato
l’evento assieme all’Accademia dei Filaleti, espressione di ambienti
massonici. Chi ha assistito al Convegno sa bene che non vi è stata
alcuna strumentalizzazione “massonica” del pensiero di Evola,
tutt’altro! Ciò che contava era individuare gli aspetti salienti della
notevole eredità evoliana in termini culturali. Sono le letture
“militanti” di Evola che Lami definiva “cursorie” , proprie ancora oggi
di “evolomani” duri e puri, ad aver “sterlizzato” intelletualmente e
politicamente la funzione che Evola avrebbe potuto svolgere da tempo nel
mondo contemporaneo.
Al di là di
questi ambienti residualmente critici, crediamo che l’opera di Evola
abbia cominciato a circolare ampiamente e possa sollecitare percorsi di
vita e di pensiero inusuali, dei quali si sente improrogabile necessità.
D.E’ possibile
ipotizzare un rilancio estetico di Evola? Quale ruolo riveste la
“Metafisica del Sesso” nella complessa produzione evoliana?
R. La relazione
che Vitaldo Conte ha tenuto al Convegno, ha messo in luce, e
sull’argomento rinviamo agli Atti non appena saranno pubblicati, la
centralità del momento estetico in Evola. Quello evoliano è stato, come
riconosciuto da Romano Gasparotti, innanzitutto un chiaro esempio di
filosofia “all’opera”, che andava alla ricerca di una realizzazione, ma
si badi, mai paga di sé. Una filosofia che faceva dell’operare un suo
implicito correlato e che riconosceva , ab intio, la sua inconclusività. Si tratta di pensare l’opera come non meramente cosale, sempre in fieri, in
quanto adesione ad un Principio infondato quello della LIbertà-Potenza
che nel darsi, si trasforma. Per quanto attiene alla lettura evoliana
dell’eros, bene ha detto ancora Gasparotti: l’unità originaria è un
modello a cui tendere,nel quale i due poli del maschile e femminile
interagiscono secondo modalità metamorfiche. La metafisica del Sesso è
stata, per de Benoist, l’opera che presenta la vera opposizione
valoriale di Evola, quella che contrappone il maschile “positivo” al
femminile “negativo”. Aspetto che nella relazione di Gasparotti è stato
considerato come l’elemento “debole” dell’originale e ancora oggi
stimolante (Metafisica del sesso è del 1958) proposta evoliana.
INFO ulteriori
http://www.barbadillo.it/31102-roma-eredita-di-julius-evola-convegno-di-studi/
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