1939. La diffusione dell'Islam alla vigilia della seconda guerra mondiale. Una retrospettiva su cui riflettere - 3

Un altro grosso nucleo islamico era localizzato nell'odierna Indonesia e particolarmente in quella che allora era olandese. Ivi la massa musulmana era forte già di 54 milioni di individui ed era molto organizzata, basandosi su scuole private in grande numero, che, sorte accanto a quelle governative, erano da queste ultime comunque organizzate e sovvenzionate con un contributo pari al 75% delle spese. Vi era inoltre un centro universitario, dotato persino di una cattedra di aeronautica. Nonostante l'incremento dato all'istruzione e la diffusione delle scuole primarie, l'analfabetismo raggiungeva ancora punte del 75% della popolazioni dell'Insulindia. Le associazioni non erano tante, mentre stavano sorgendo, al contrario, partiti a forte tinta nazionalistica. Fra questi veniva citato il "Sarekat Islam", che svolge anche attività culturale e religiosa. Secondo i giornali locali, il bolscevismo tentò di trascinare tale partito nel suo gioco, senza esito però. Nel congresso del 1934, il "Sarekat Islam" decise, tra l'altro, di intensificare l'azione religiosa e missionaria. Un'altra potente organizzazione dell'epoca era la "Mohammediyyah", che contava oltre 1500 componenti, divisi in 130 gruppi, ciascuno fornito di moschea e scuola, oltre che di cliniche, asili infantili, orfanotrofi e collegi. Anche il movimento giovanile si stava rafforzando come nel resto del Medio ed Estremo Oriente islamico: è del 1928 la creazione del "Jong Islamiten Bond", che raccolse fin dall'inizio 1300 adesioni e impiantava un organo di stampa in lingua olandese. La massa musulmana delle Indie olandesi era in genere agiata, essendo i suoi componenti, in maggioranza, commercianti e proprietari terrieri: questi erano infatti i più desiderati pellegrini della Mecca per le loro sovvenzioni generose e per le spese sul posto a favore dell'economia locale. Il predominio islamico nelle Isole olandesi era talmente forte che tutti i magistrati e funzionari indigeni dovevano essere per forza musulmani, al punto che la nomina di un cristiano protestante dovette essere annullata dagli olandesi, per non compromettere l'ordine pubblico. In Cina l'assenza di statistiche attendibili fa oscillare il numero dei seguaci di Maometto da un minimo di 5 milioni a un massimo di 50 milioni, L'annuario del giornale Chen.Pao dava nel 1936 la cifra 48.589.635, mentre il noto ed autorevole China Year Book riduceva di circa mezzo milione la cifra. In ogni caso, l'elemento musulmano era diffuso un po' dovunque, ma i suoi nuclei veramente considerevoli erano individuati nelle provincie del Kan-su, Yun-nan, Sing-kiang e Shen-hsi, a Pechino, pure, raggiungevano il numero di 200 mila, mentre con le migrazioni dovute alla guerra, a Shangai i fedeli dell'Islam erano passati da 3 mila a 70 mila. E' sempre stato difficile in quel periodo avere stime più precise in proposito, poiché fino alla fase repubblicana essi erano ufficialmente proscritti ed anche negli anni Trenta non erano in genere ben visti, appartenendo ad una religione non nazionale e tendevano a nascondersi. Per tale ragione le comunità islamiche degli altri paesi erano poco al corrente della situazione di tali gruppi, rimasti distanti per comunicazione e lingua. Ciò nondimeno si aveva notizia di una grande ripresa dell'Islam cinese: esistevano infatti scuole moderne superiori musulmnane in diverse località della Cina e anche moschee, che, secondo il China Year Book del 1938 erano 42.371. Dal 1911 operava l'Associazione islamica del progresso, per formare nuovi quadri dirigenti e fondare università. Intanto nel 1931 questa sigla aveva fatto sorgere una scuola per imam e predicatori e missionari per l'interno e per l'estero. Le scuole elementari islamiche erano, secondo le citate fonti, 116, le medie 62 e 8 le superiori. Dal 1931 giovani musulmani cinesi avevano cominciato ad andare a studiare a el-Azhar in Egitto e da questa università erano anche giunti insegnanti in Cina. A Pechino era attiva una tipografia musulmana e una rivista, così come a Shangai e in altre città della Cina. A Shangai si pubblicava l'organo di stampa "Internationa Moslem Association", ramificazione del gruppo indiano Almadiyyah, in tre lingue, con finalità eminentemente missionarie. La solidarietà fra musulmani era notevole e a vista d'occhio si consolidava, anche se i fedeli di Maometto si confondevano con gli altri cinesi, proclamandosi essi stessi cinesi: i musulmani, come del resto tutti gli altri, difficilmente derogavano alla loro identità e mantenevano una certa distanza, senza integrarsi completamente. Una riprova di tale atteggiamento si ebbe nel 1932 e nel 1937 con le reazioni popolari violente di carattere islamico contro presunte offese al verbo maomettano da parte di organi di stampa indipendenti. Le autorità erano dovute intervenire per dare soddisfazione ai musulmani. Nonostante le direttive di Sun-Yat-Sen, i nazionalisti di Nankino non vedevano con simpatia i musulmani e ne desideravano l'estinzione, considerandoli un pericolo per lo stato. Dal punto di vista economico la popolazione cinese di fede islamica era piuttosto variegata, con punte di ricchezza in alcuni ceti e di minore agiatezza in altri.Ad ogni modo nel campo islamico si lavorava ad ampliare le conversioni di cinesi da altre religioni. Molti funzionari del governo di Chiang-kai-shek erano musulmani e parecchi si trovavano fra gli ufficiali dell'esercito nazionalista. A motivo della situazione creatasi nel paese a causa della guerra con i giapponesi e dello scontro tra nazionalisti e comunisti, si avevano voci discordanti sul lealismo al governo nazionale e al tempo stesso di opposizione ad esso e di favore agli insorti o agli occupanti giapponesi. Una zona in cui i musulmani, infatti, stavano propagandandosi sia per l'immigrazione di russi musulmani e sia per l'attiva propaganda dei vecchi fedeli del luogo, era lo Stato filogiapponese del Manciukuò. I seguaci della Mezzaluna assommavano a parecchie decine di migliaia e erano registrati in continuo aumento e tra essi personaggi di spicco , fra i quali alcuni militari e nel 1935 un fratello dell'imperatore, il principe Alì Yu Kwan, che si era dato a svolgere attività propagandistica islamica a favore dei neo-correligionari. A denotare dall'espansione dei musulmani, gli osservatori, nel 1937, attiravano l'attenzione sul fatto che un piccolo gruppo di immigrati tartari e bashiguiri residenti ad Harbin, in Manciuria, da circa trent'anni, era diventato una comunità di 2000 musulmani con moschea e scuola, mentre nei dintorni della città era sorto un villaggio tutto islamico con 20 mila musulmani cinesi. Nella capitale del Manciukò, Hsing-king, abitavano 25 mila musulmani, tra cui alti funzionari e generali, che procuravano alla massa islamica la simpatia dei giapponesi. A Mukden sorgevano 5 mosche e i musulmnani era circa 150 mila. Ad Harbin, nel 1937, si inaugurò la moschea del millenario, cioè del monumento sacro islamico in ricordo della conversione del gran Khan dei tartari all'Islam. Il fatto ebbe vastissima risonanza in tutto il paese e nelle zone limitrofe. 3, continua.
Casalino Pierluigi, 28.12.2014