1939.La diffusione dell'Islam alla vigilia della seconda guerra mondiale. Una retrospettiva su cui riflettere, 2-

Nel mondo secondo le statistiche allora a disposizione (1939) e ritenute altamente attendibili, i musulmani erano il 15% su una popolazione globale di circa 2 miliardi di persone. Cominciamo dalla situazione in Asia, dove i musulmani erano più numerosi, rappresentando il 24% della popolazione di quel continente. Il primo paese musulmano dell'Asia (e del mondo) era già allora l'India britannica, ancora indivisa, Seguiva immediatamente la massa islamica di quelle che all'epoca si chiamavano Indie olandesi e il complesso dei nuclei sparsi nella Cina. Gli osservatori del 1939, tralasciando l'esame dei paesi a fortissima e tradizionale percentuale islamica o di quelli storicamente fedeli alla Mezzaluna, aggiungevano alcune note sulla situazione e lo sviluppo dell'Islam in  quelle terre, ove l'attiva propaganda di notizie frequenti (come per la Cina) era al tempo più opportuno soffermarsi. Quando all'India britannica, occorreva precisare che l'Islam contava all'incirca un'egual massa di fedeli sia nel territorio di diretto dominio della Corona britannica sia nei principati protetti, però con non pari diffusione ed intensità. Inutile qui dilungarsi sulle diverse realtà o articolazioni della galassia islamica in India o Indostan britannico, se non ricordare qunato impressionante apparisse il progresso del numero di musulmani nell'area, favorito da ali tassi di natalità e da un proselitismo eccezionale.  Non pochi mettevano il dito sul straordinario contributo finanziario che dava il principe di Hyderabad, il Nizam, favolosamente ricco (o di più) al pari dei raja indù. Quest'ultimo rendeva disponibili cospicue somme per la propaganda religiosa e non solo per i connazionali, ma anche e soprattutto per le misioni estere. Si diffondevano anche sette islamiche non ortodosse in India, come quella dei Ahmadiyyah, che contavano nella sola India circa 64 mila adepti. Esistevano anche "Società per la difesa dell'Islam", a Lahore, oggi Pakistan), e la "Società per la protezione dell'islam" di Ambala (Punjab, ora separato in due diversi Punjab, indiano e pakistano). Entrambe le due società erano finalizzate alla difusione del Corano. Mentre nella zona di Bombay i musulmani non avevano influenza sulla pubblica amministrazione (dove peraltro prevaleva il diritto anglo-persiano, secondo una tradizione secolare). Nelle provincie del Bengala, Orissa e Bihar l'elemento islamico era pari al 50%.. Larga era infatti la presenza musulmana nel governo bengalese. Sul piano politico non era considerata rilevante la differenza tra sunniti e shiiti, essendo tuttavia questi ultimi solo l'1% dei musulmani dell'India e capeggiati dal noto Aga Khan, stimato anche dai sunniti. Per ovviare all'inferiorità musulmana si era costituito un Bengal United Muslim Party, mentre a Dakka si era creato un movimento per l'emancipazione della donna secondo lo stile inglese, ma anche allo scopo di difendere i musulmani contro le prepotenze dei proprietari terrieri, migliorare gli impianti agricoli dei musulmani e curare l'istruzione religiosa dei figli. Dalle parti di Patna l'attività islamica era notevole e molti erano i moslem parties. Lo stesso Congress Party inter-religioso e nazionalista (il futuro partito dell'India indipendente). Un successo dell'Islam fu la conversione al'Islam nel 1936 del figlio di Gandhi, dietro il cui esempio sempre in quegli anni passarono tra le fila dei musulmani numerose personalità indù. Si fondò in quel periodo un gruppo per l'adesione incondizionata all'Islam. Motivi economici e religiosi (e soprattutto il classico divide et impera inglese) condussero alla drammatica divisione dell'India britannica nel 1947, 2-continua
Casalino Pierluigi, 28.12.2014