Monica Pavani: L'eco di Micol e Giorgio Bassani a Ferrara

 

 
Si intitola “L’eco di Micòl”, il nuovo libro di Monica Pavani (traduzione inglese di T. Marshall, copertina di A. Lunghini, mappa di Ferrara di P. Rossi, foto di P. Zappaterra – Ferrara, 2G Editrice, 2011, pp. 188, € 10).

Immaginate di essere non turisti ma viaggiatori, e poco importa se venite da fuori, magari anche da molto lontano, o se siete ferraresi. Quello che conta è che, invece di comprare un biglietto d’aereo o di treno a lunga percorrenza, vi venga il desiderio di compiere un viaggio – all’apparenza così normale e poco esotico – proprio qui, a Ferrara. In fondo l’attrattiva di un luogo, di qualunque luogo, dipende dalla scelta della guida a cui si sceglie di affidarsi. L’eco di Micòl di Monica Pavani è un itinerario poetico che conduce per strade, vicoli, scorci, monumenti e valli protette al seguito della voce di Giorgio Bassani, l’autore che più ha tradotto, amato, criticato e reinventato Ferrara con le parole.
Il libro – in versione italiana e inglese a cura di Thomas Marshall – si propone infatti di “mappare” concretamente la città, traendo spunto dalle direttive contenute nel Romanzo di Ferrara e con l’ausilio di una vera e propria mappa disegnata da Paola Rossi, che tratteggia una città essenziale e non turistica secondo le linee semplificate che la caratterizzano negli anni Quaranta del secolo scorso; ma anche emotivamente, rileggendo cioè i luoghi più significativi della Ferrara odierna (ripresa dalle foto di Paolo Zappaterra) alla luce dei vissuti dei personaggi che la abitano o la abbandonano nei racconti e romanzi di Bassani. Se Micòl, i Finzi Contini, Malnate, il dottor Fadigati, Pino Barilari, Edgardo Limentani e le varie voci narranti di volta in volta scelte dall’autore si alternano nell’accompagnarci, l’invisibile guida è sempre e soltanto Bassani poeta, come lui stesso amava definirsi. L’intento di questo itinerario è infatti anche quello di riscoprire l’immagine indelebile della città, abitata dai suoi vivi e dai suoi morti, così come l’autore l’ha ritratta nelle sue poesie più note e meno note.

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