Antonio Pennacchi: Littoria Lab 2011! from Il Fondo Magazine di Miro Renzaglia

(* Nota di AsinoRosso: al di là dell'evocazione finiana, discutibile, ancora una volta, Antonio Pennacchi, uno dei rari scrittori italiani, anche molto celebri, sempre culturalmente e politicamente scorretti- in ogni caso centra il bersaglio, irriverenza e parola iconoclastica a 360°, con un nuovo progetto "marinettiano" (anche), nella sua Latina (Littoria...) che come minimo fa saltare qualsiasi perbenismo o alternativismo ideologici....  Con Pennacchi, la parola impossibile diventa dicibile, scienza del lavoro onirico e dell'immaginario, come la fantascienza, ora fantapolitica, illumina comunque scenari reali prossimi venturi. E la letteratura-vita torna non manierismo kulturale, ma dinamite, raggio laser destinato sempre e soltanto agli uomini liberi!)

 

  


 

 

L’idea è di Antonio Pennacchi: Lista Pennacchi-Fli alle prossime elezioni amministrative di Latina. Di seguito, l’articolo di Luciano Lanna che riassume la vicenda e l’intervista di Antonio Rapisarda al romanziere che lancia la sfida fasciocomunista nella città di fondazione.

La redazione

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E SE LATINA SCOMMETTESSE
SUL FASCIOCOMUNISTA?
Luciano Lanna

E se stavolta la politica ripartisse da Latina, la città del “Canale Mussolini”? L’abbiamo già scritto, ma lo ripetiamo: sono le città, sempre, a prefigurare le nuove sintesi della politica. È stato così anche nel 1993-94 quando, in occasione delle elezioni amministrative, milioni di voti si spostarono ad esempio in direzione di candidati missini che in molte città grandi e piccole diventarono inaspettatamente sindaci quando, fino all’anno precedente, la massima aspirazione era quella di entrare nei consigli comunali nei banchi dell’opposizione.
S’era già verificata allora una specie di rivoluzione che aveva portato alla rottura delle appartenenze e delle rappresentanze consolidate: prima la Lega che, nel 1990, raggiunse la maggioranza assoluta in intere aree del Nord, poi nascono soggetti nuovi come Alleanza Democratica, la Rete o il movimento referendario di Segni, che tracciarono nuovi confini rendendo finalmente fluido – dopo decenni di immobilismo – il mercato elettorale. Quindi, appunto, l’elezioni diretta dei sindaci rimise definitivamente in movimento gli elettori e i confini della politica: e come dicevamo, per la prima volta si imponevano amministratori di centri grandi e piccoli formatisi a destra. Infine l’anno successivo Forza Italia metteva insieme una formazione senza precedenti, che comprendeva pensatori liberali, intellettuali ex marxisti, uomini nuovi e politicanti di lungo corso (dc, socialisti, radicali ma anche ex comunisti) strappando direttamente milioni di voti alla sinistra. E tutto questo partì, nel 1993, dalle città. Il Parlamento arriverà dopo…
Intanto, nella primavera del ’93 il Msi conquistava, da solo o attraverso liste e alleanze civiche, le amministrazioni di centinaia di comuni grandi e piccoli – fra i quali una ventina di capoluoghi – oltre che di di otto province e poi di sette regioni: 254 posti di sindaco, 554 assessorati comunali e oltre cinquanta incarichi nelle giunte provinciali e regionali, inclusa la presidenza della Regione Campania. Il fatto poi che il successo elettorale fosse stato determinato soprattutto attraverso liste civiche – che collegavano, seppure in maniera anomala, i quadri missini all’elettorato “orfano” di altre storie – era l’indicazione evidente del metodo dell’apertura e ricerca di nuove sintesi.
Ricordiamo tutto questo perché abbiamo la sensazione che se, come in quel frangente, si avrà il coraggio di superare pregiudiziali e schemi dati la nuova politica sarebbe a portata di mano, a partire dal “caso Latina”. Qui lo scrittore Premio Strega Antonio Pennacchi è nato, ha vissuto e raccontato nei suoi libri la sua città e la sua terra. E qui Pennacchi è convinto che occorra uno sforzo di coraggio politico per farne un laboratorio nazionale: «I vecchi schieramenti – dice l’autore di bestseller come Il fasciocomunista e il recentemente ristampato Mammut – sono saltati, destra e sinistra non hanno più senso. L’unica differenza è tra chi ha senso dello Stato e chi pensa solo ai fatti suoi…». Tutto questo per suggerire un’alleanza civica tra chi, come Pennacchi, è iscritto al Pd e gli eredi dell’esperienza politico-culturale che sta all’origine stessa di Latina. «È vero, sto lavorando – ha detto il romanziere a Francesco Bei di Repubblica – per costituire la lista Fli a Latina. Che potrebbe, se loro me lo chiedono, anche chiamarsi Lista Pennacchi-Fli. Bisogna superare le vecchie forme che tengono ingessato il paese». Con un candidato sindaco che proverrebbe dal centrosinistra perché sull’altro versante, in passato maggioritario a Latina, tutto è ancora condizionato dallo scontro interno al Pdl che ha, tra l’altro, causato lo scioglimento della precedente amministrazione guidata da Vincenzo Zaccheo. Uno scontro in cui non sono assenti elementi di polemica sul fronte della “questione legalità”.
Proprio per questo, da qualche mese figure e esponenti nazionali di Futuro e libertà – da Fabio Granata a Umberto Croppi, da Flavia Perina a Antonio Buonfiglio – hanno avviato una interlocuzione con Pennacchi sulla praticabilità di questa ipotesi. Che, oltretutto, da un lato sarebbe in linea con le indicazione congressuali di Fli di puntare in tutta Italia sulle liste e le alleanze civiche, e dall’altro anche con l’obiettivo strategico suggerito da Gianfranco Fini di superare i vecchi schemi di fronte a casi di emergenza democratica o “di legalità”.
Non è un caso che lo scrittore lo scorso 17 marzo abbia firmato l’editoriale del nostro giornale per il 150° dell’Unità nazionale e che avesse in precedenza inviato un messaggio al Congresso di Milano di Fli. C’era poi stato un lungo faccia a faccia tra lui e Fini, da Pennacchi – intervistato da Antonello Piroso – definito «l’unica risorsa politica in Italia insieme a D’Alema». Ieri su Repubblica Bei era lapidario: «Pennacchi e Fli si sono annusati e si sono piaciuti: alle prossime elezioni comunali l’alchimia produrrà una “lista Pennacchi-Fli” per Latina. Vai a vedere, dice Antonio, che a Littoria potrebbe ricomporsi la scissione del 1914?».
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*INTERVISTA DI A. RAPISARDA A ANTONIO PENNACCHI
 
http://www.mirorenzaglia.org/2011/04/littoria-laboratorio-fasciocomunista-aperto/