Ex-sinistra Pd e affini: a volte parlano. Vendola e D'Alema a rischio?

 

«Le manette sono più vicine. È andata male», spiega al Corriere della Sera il senatore Alberto Tedesco, subito dopo il voto della giunta di Palazzo Madama che ha dato parere favorevole al suo arresto. E allora il parlamentare pugliese manda un messaggio. Il primo: «Intanto, a parte tre casi, nessuno è davvero mai stato arrestato in Parlamento, e quindi creare un precedente non dovrebbe convenire a nessuno». Testuale. E inquietante. È da almeno un mese che Tedesco, con un piede in cella su richiesta della procura antimafia di Bari, sparge i suoi pizzini in varie direzioni. Ma la gran parte viene recapitata in casa del Pd o direttamente a Nichi Vendola, di cui era potente e chiacchierato assessore alla Sanità. «Mi ascolti - ripete a Fabrizio Roncone del Corriere - erano due le indagini che mi riguardavano. Una, dov’ero coinvolto con il presidente Vendola, s’è conclusa con l’archiviazione, l’altra con la richiesta di custodia cautelare. I fatti sono gli stessi, ma i pm hanno dato due valutazioni diverse... Non è persecuzione questa?».
Una domanda che suona minacciosa per i big della politica con cui il senatore parlava quotidianamente. Nella deposizione davanti al gip di Bari, Tedesco, accusato di concussione, corruzione, turbativa d’asta e falso, parla ancora del suo rapporto con Vendola e lo chiama in causa: il governatore era sempre informato sulle nomine di primari e dirigenti Asl. «Vendola sapeva tutto. Sempre».

Insomma, Tedesco, non ci sta a fare la parte del capro espiatorio, di quello che a sinistra oggi provoca solo mal di pancia, dubbi e distinguo. «Quanto a Nichi Vendola - aveva aggiunto ai primi di marzo conversando con il Tg1 - i miei rapporti si sono interrotti improvvisamente il giorno dopo la rielezione di Vendola a governatore della Puglia, dopo che ho fatto per la seconda volta la campagna elettorale per lui, esprimendomi a suo favore, anche interloquendo direttamente con il Presidente D’Alema che non era convinto di questa candidatura». Tedesco dunque attacca Vendola che ora prende platealmente le distanze dall’ex assessore. E con Vendola, il senatore critica anche il sindaco di Bari, l’ex pm Michele Emiliano: lui e Vendola «sono due facce della stessa medaglia. Ti blandiscono, ti inseguono quando puoi essere utile alla causa e naturalmente poi ti scaricano immediatamente».

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