L'elogio della follia di Dario Franceschini: CHE DIREBBE ERASMO DA ROTTERDAM?
La storia si svolge su un palcoscenico buio e freddo, ingombro di pile di libri, carta, giornali. Un grammofono. Un letto sfatto. Un lungo tavolo nero. Tante scatole ripiene di cartoncini ingialliti riposti in ordine, schedati. una sedia. Tante lampadine che pendono dall’alto da fili di varia lunghezza. Il nero che prevale all’inizio verrà progressivamente illuminato dalla lettura dei sogni di Rando fino a giungere all’esplosione di luce dell’inizio dello spettacolo. I due quadri di Rando si svolgono in platea, a contatto diretto col pubblico. Il tutto sarà accompagnato dalla musica di Matteo Amantia, ex leader del gruppo musicale “Sugarfree”. Seguendo le indicazioni dell’autore del romanzo, le atmosfere sonore, create in continua sinergia col testo, sottolineano la valenza evocativa delle parole e amplificano la dimensione onirica, immaginifica e distorta del racconto.