Si tratta di una particolare forma letteraria e cinematografica, che tende oggi a superare i confini originari e a qualificarne nuove manifestazioni culturali o di costume della nostra società, come dimostra l’ampiezza d’uso del termine stesso nel linguaggio giornalistico, in quello pubblicitario ecc.. la fantascienza può essere considerata per estensione il prodotto di un’attività creativa che evoca una realtà avveniristica o presenta uno stile che si presume avveniristico. Tale prodotto (uno strumento della tecnologia o un oggetto di consumo, realizzato con un certo disegno9 dovrà possedere i requisiti della fantasia e della veridicità scientifica dei presupposti. Quando l’uomo valica i limiti della realtà e si serve di elementi a base scientifica per dare un tono di veridicità appunto alla fantasia, si ha la Fantascienza: ciò che è considerato il regno dell’assurdo e dell’inverosimile può diventare il regno dell’ipotetico e del possibile, come ne “I racconti di Fantascienza scritti dagli scienziati” di Groff Conklin: una letteratura “astrale, cosmica, interplanetaria, avveniristica”, che parla di viaggi, scoperte, avventure, che si svolgono nella “quarta dimensione”. Questa letteratura di massa, cioè popolare, può essere paragonata ad una certa letteratura fiorita nel XV secolo, con il romanzo cavalleresco, specialmente dopo la scoperta dell’America fatta da Cristoforo Colombo, con la differenza che allora la fantasia era eccitata dai viaggi terrestri e dalle pericolose navigazioni sugli oceani, mentre ora il meraviglioso consiste nell’imbattersi in esseri intelligenti, che terrorizzano, nel visitare città, che sono animate, nel muovere macchine, che sono prodigiose. Magia è il termine adatto per la letteratura fantascientifica; la scienza, infatti, non ci rivela più la sua verità, ma la magia, con la possibilità che questo filone dei racconti fantastici cambi a seconda dei gusti e degli umori del tempo. Si deve aggiungere che questa letteratura manca di dignità di forma, di tono poetico, di dimensione psicologica, specialmente se messa a confronto con la Fantascienza degli Antichi. Il tentativo fu fatto dalla scuola pitagorica del V secolo con una favola, di si cui parla di “antimondo”: si sviluppò con Luciano di Samosata e continuò con Keplero e con John Wilkins, che anticipò la scoperta della Luna del 1969, in un’atmosfera mista di aldilà e di scienza astronautica. Seguiranno Jules Verne, che previde in modo impressionante modi e tecniche della conquista della Luna, circa cent’anni prima, Conan Doyle, Allan Edgard Poe, Campbel, Asimov, Gernsback, Bradbury, Bulgakov, Ziolkovskij, Buzzati, Berto, Soldati, Arpino, Flaiano, Fruttero e Lucentini e altri. La fantascienza si fa sempre più misteriosa, incerta, nebulosa, persino “asessuale”, alla ricerca di una palingenesi spirituale, frutto di una sorta di angoscia, che si propone come fine certe “epifanie” del futuro. Un futuro che spesso si rivela nei fatti più fantastico di quello vagheggiato della stessa Fantascienza. Un futuro che sta diventando ogni giorno di più reale, attraverso la visione fantastica.
Casalino Pierluigi, 4.04.2011.