Asse Italia-Francia contro gli scafisti "rossi" del Pd e l'Europa ectoplasma


In ventitrè minuti ha dipinto l’Italia che vorrebbe. Insistendo sui «chiari» del programma di governo e sugli «scuri» di una opposizione che si oppone «per principio». «Un’opposizione che, persino in questo momento davanti a migliaia di immigrati che arrivano in Italia, tutti spinti da un’ansia di libertà e di giustizia, usa questi profughi per far polemica contro di noi». E dopo il cardinale Ruini, dopo il Guardasigilli Alfano, arrivò lui, il Cavaliere rossonero a suggellare il risultato pieno, la tripletta di reti, per la Rete Italia di Roberto Formigoni.

Raggiante fin dal suo esordio, caratterizzato da un palleggio a distanza con il governatore della Lombardia, altro tifosissimo, sul risultato del derby di sabato sera, il presidente del Consiglio, in collegamento telefonico da Arcore, tra gli applausi e i cori col suo nome, scanditi dalla platea dei cattolici del Pdl, riuniti a Riva del Garda, ha subito tirato diritto in porta. Nella porta di questa nostra Italia da cui sta passando un flusso epocale di disperati migranti: «Davanti a noi abbiamo problemi gravi ma ai nostri avversari questi problemi non interessano, perché all’opposizione, a questa opposizione, non importa nulla del bene comune».

E che Berlusconi si stia prodigando con impegno senza pari, per far fronte ad un’emergenza senza pari, lo dimostra anche la telefonata che ha ricevuto ieri dal presidente francese, Nicolas Sarkozy. Nel colloquio protrattosi a lungo, con toni particolarmente cordiali, i due leader hanno deciso di vedersi quanto prima in un vertice dedicato all’emergenza migratoria, che sarà allargato a ministri italiani e francesi, e di monitorare costantemente assieme la situazione. Un’altra tappa dunque, quella con Sarkozy, del giro di confronti e consultazioni internazionali che Berlusconi sta compiendo a proposito di immigrazione clandestina, che segue le telefonata con il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Durao Barroso di venerdì, e quella di avant’ieri col primo ministro britannico, David Cameron, in cui i due avevano analizzato la situazione in Libia.
Tornando al suo intervento a Riva del Garda, il presidente del Consiglio, confermando la sua odierna trasferta a Tunisi, dettata proprio dall’emergenza migranti, ha precisato: «Vado a Tunisi per incontrare il nuovo governo e capire se questo nuovo governo, non particolarmente forte, anche perché non è stato eletto dai cittadini, troverà il modo e la forza per imporsi. Per evitare nuove partenze e per rispettare gli impegni che erano stati presi a suo tempo». Poi, sulla scorta dei dati più recenti, ha aggiunto che in Sicilia «sono arrivati anche ieri 346 profughi, un incremento che porterà a 2500 il numero complessivo delle presenze, in netta diminuzione rispetto a prima anche perché le condizioni del mare hanno reso impossibile l’arrivo di profughi».

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