Paolo Giardini: POLITICA & CULTURA a Ferrara


Ogni tanto il consigliere comunale Tafuro, punta di diamante del Pd e suo referente nel petrolchimico, scrive una lettera ai giornali, i quali non aspettano altro per incrementare le vendite. L’innovativa elaborazione di concetti abilmente sintetizzati attira gli studiosi, e non solo quelli di scienze politiche, perché la vivacizzazione multidisciplinare operata dal consigliere Pd nelle sue argomentazioni armonizza per così dire, trasversalmente, gli stanchi nozionismi dilatandone l’importanza in contesti sconosciuti. Come non ricordare la precisazione sulla potenza elettrica necessaria al petrolchimico di 180 MW? Data l’autorevolezza della fonte, la preoccupante rivelazione di quel valore moltiplicante per sei la potenza di uno stabilimento che si contentava al massimo di 30 MW, se confermò la sensatezza di accogliere turbogas per un ammontare di potenza di 950 MW invece di altri puzzolenti reparti chimici, contribuì pure alla prudente installazione di fotovoltaico in Italia per più di 2 GW!

E la perorazione per gli antigeometrici cunei rettangolari verdi “raccordanti” il vecchio carcere con la Darsena, nonostante le strade esistenti? Da allora i rettancunei verdi sono diventati categorie di pensiero nell’urbanistica grazie alla folgorante spiegazione di Tafuro: “per fare più bella la nostra città”. Il nuovo traguardo, ne sono convinto, darà il via all’Inconsueto in Architettura, si potranno abbellire pure le stazioni ferroviarie sostituendo i sottopassi con rettancunei fra un binario e l’altro.

Nell’evoluzione espositiva di Tafuro si delinea un disegno di grande portata: la divulgazione del concetto di opera progettata = opera realizzata. Era, per la verità, già presente nel Pd (l’apertura dell’ospedale di Cona è stata solennemente annunciata 17 volte, o il Giardino delle Duchesse aperto al pubblico a partire da una data e da allora è chiuso; la Coop Costruttori l’aveva applicato nelle fatturazioni per lavori non eseguiti trovate dalla GdF), ma Tafuro l’eleva d’autorità a disciplina in vigore citando fra le cose fatte solo gli avvii di progetto, gli accordi, gli inizi lavori. Nell’ultima sua lettera, su 16 traguardi raggiunti dall’assessorato all’ambiente, 14 sono di questa tipologia, gli altri due sono: la certificazione ISO 14001 e il riconoscimento del premio “Città Sane dell’OMS con progetto Ancora utili sui farmaci” (sperando che in Regione non sappiano di questo riconoscimento di città sana: già ritengono che abbiamo poche esigenze, ora rischiamo che ci tolgano gli ospedali). Per dare consistenza assiomatica al concetto, l’ingegner Tafuro lo associa a due postulati: PpF si basa politicamente su demagogia e allarmismo; PpF si basa culturalmente su inconsistenze scientifiche. Non spiega perché PpF sia così necessario ai postulati, però, pragmaticamente condizionato dalla sua forma mentis erudita, autorevolmente dice: “PPF ha tentato di far passare per un’azione virtuosa e di benessere ambientale far bruciare dei gas ad alto contenuto energetico in caldaie dal rendimento del 30% invece che nella turbogas dove i rendimenti sono del 55%: alla faccia della laurea in ingegneria!”

Finora, in effetti, si credeva che le caldaie con rendimento 30% fossero le pentole sul fornello, poiché “caldaia” vuol dire “che fa caldo” e una resa 30% è bassina. (Comunque sono un po’ miserabili in ENI se comprano caldaiette così scadenti: ne vendono con rendimenti >85 %!). Le turbogas invece hanno rendimenti del 55% ma nella produzione di elettricità, non di calore. Siamo onesti: il paragone di rendimenti fra produzioni diverse è un nodo gordiano sciolto con la spada! D’altro canto “PPF” è una lista civica e non si sapeva che anche un’organizzazione può essere laureata in ingegneria, prima che l’ingegner Tafuro la accusasse di non avere, come lui, laurea e nozioni ingegneristiche e linguistiche usate magistralmente.

Paolo Giardini