FUTURISMO, PENNACCHI, CECCHINI E LITTORIA.

Intervista di Chiara MdA a Graziano Cecchini- 1 5 2011

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Chi ormai da anni è abituato a seguire le performance di Graziano Cecchini, artista contemporaneo e futurista, provocatore e irriverente, è sicuramente rimasto sorpreso nell’apprendere che, alle prossime elezioni comunali che si terranno a Latina, in quella lista “atipica” lanciata dallo scrittore Pennacchi e avallata da Futuro e Libertà, c’era proprio lui, l’autore di Fontana di Trevi, delle palline di Trinità dei Monti, di The Rock di piazzale Michelangelo a Firenze, conosciuto in Italia e all’estero (vd “Trespass, the Uncommissioned Public Art”, Taschen) come l’erede di Marinetti.

La sorpresa era dovuta ad una serie di legittimi interrogativi.

Primo fra tutti quello della sovrapposizione del termine storico “futurista” al termine politico “futuristi” che quelli di Futuro e Libertà, in maniera forse un po’ leggera, si sono, da qualche mese, attribuiti.

Insomma, a noi che il Futurismo piace (e non dal suo centenario in poi, ma ben da prima), quel “futuristi” di Futuro e Libertà ci è sempre sembrato una sorta di “appropriazione illecita” e, di conseguenza, il fatto che l’artista simbolo di quello che era e che dovrebbe essere oggi il Futurismo si fosse unito a loro, non ci andava proprio giù. Perché? Semplice, la sua partecipazione poteva legittimare definitivamente quel termine che a noi rimane caro e legato ad una tradizione artistico culturale che poco si sposa con il partito suddetto.

Un secondo interrogativo era quel sempre legittimo “perché?” da eterni bambini.

Perché, diciamocelo, ormai siamo abituati a vedere marcio sotto candidature inconsuete e sotto presentazioni di liste dove, al posto di un programma preciso, ci elargiscono perle di popolare saggezza.

Prima di decidere di rivedere e correggere la nostra opinione sul RossoTrevi nazionale abbiamo deciso di sentire le sue risposte ai nostri quesiti.

Di seguito le parole di Graziano Cecchini, artista futurista, candidato nella lista Pennacchi a Latina.


Il perché della mia partecipazione nella lista Pennacchi a Latina/Littoria, nella lista fascio comunista?

Perché mi piacciono le sfide! Perché ho l’abitudine di metterci la faccia in un progetto, soprattutto quando ambizioso . Di certo è prendersi una responsabilità con se stessi e con gli altri.

Dopotutto posso dire di essere un veterano delle sfide, un vero incendiario come direbbe Palazzeschi e devo ammettere che a me, questo, è sempre piaciuto. Mi fa sentire vivo.

E poi, serviva un vero futurista in un contesto dove si accenna, anche se indirettamente, al Futurismo!

In realtà, secondo me, dal Futurismo si dovrebbe attingere a piene mani, vista la visione più che contemporanea della società e della politica, attualissima oggi, date le condizioni del nostro Paese. Purtroppo il buon Antonio (Pennacchi) non lo digerisce molto, il Futurismo, al contrario dell’altro, storico, Antonio (Gramsci) che del Futurismo seppe scrivere molto bene.

Per quanto poi mi è sembrato di capire, i futuristi di Futuro e Libertà non hanno mai avuto l’intenzione di rifarsi al movimento d’Avanguardia Futurista. Diciamo che è stata una scelta più legata alla semantica del nome scelto per il loro partito che alle radici storiche-culturali del termine.

Un caso di innocua omonimia, insomma.

Se poi, questa omonimia, dovesse servire a far interessare più persone al Futurismo in quanto Avanguardia, non mi potrei considerare contrario. Dopotutto basterebbe leggere le prime righe del Manifesto Futurista del 1909 per capire che il Futurismo era e sempre sarà un movimento che travalica le definizioni.

Quindi posso confermare che la mia partecipazione alla lista è stata ponderata sotto tutti gli aspetti, anche se la decisione fu presa in tempi molto rapidi.

E ovviamente io mi auguro di ottenere un buon risultato.

Se così fosse, se dovessi ottenere un risultato sufficiente per partecipare attivamente alla politica e all’amministrazione della città, io rimarrei.

Rimarrei con l’intenzione di fare, di ascoltare e di agire.

Perché solo partecipando attivamente dimostrerei il vero interesse a cambiare le cose e… a metterci la faccia. Come ho sempre fatto.

Il momento storico in cui ci troviamo ci chiede questo, chiede a tutti noi un impegno forte e deciso, serio e continuativo per permettere, finalmente, il vero trapasso tra la “prima repubblica e mezza” e una “vera seconda repubblica”.

Ormai lo scontro non è più tra destra, sinistra o centro, ma tra chi vuole cambiare e ristrutturare lo Stato e chi vuole continuare ad ingrassare a scapito di tutti gli altri. La situazione è più difficile di quanto si può pensare, non ci possiamo più permettere di preoccuparci della vittoria di una fazione politica su un’altra perché qui c’è di mezzo non la Libertà, ma la libertà di tutti. C’è di mezzo non la Cultura, ma la cultura di tutti. C’è di mezzo non l’Arte, ma l’arte di tutti. C’è di mezzo non l’Acqua, ma l’acqua di tutti. C’è di mezzo non il Lavoro, ma il lavoro di tutti. C’è di mezzo non il Futuro, ma il futuro di tutti.

Per me questi sono motivi sufficienti per essere preoccupati e, per come sono fatto io, per voler fare qualcosa.

Se veramente mi vorranno, io sarò una spina nel loro fianco perché continuo a credere che la cultura, l’arte, la libertà, il futuro sono nostri diritti ma ce li dobbiamo anche guadagnare.

Come?

Facendo qualcosa in modo serio e coerente”.


Le risposte alle nostre domande le abbiamo avute.

Ognuno potrà decidere se sentirsi soddisfatto o meno.

Dopotutto a Cecchini la responsabilità delle sue risposte, a noi la responsabilità del giudizio.

Chiara MdA