IL dinanimismo segnala: "L'isola e il sogno" di Paolo Ruffilli

3083815.jpgAttraverso le vicende biografiche di Ippolito Nievo, scrittore e garibaldino, questo romanzo conduce il lettore nel cuore del Risorgimento, dalla spedizione dei Mille alla proclamazione del Regno d'Italia. In queste pagine intense, ambientate in una Palermo sontuosa e lussureggiante, scorrono in parallelo la vita di uno dei maggiori scrittori della nuova Italia e il difficile processo di ricomposizione politica della nostra penisola. Su un intreccio narrativo di grande godibilità, il movimentato apprendistato sentimentale di Nievo si alterna agii scontri e agli ambigui compromessi che preparano la proclamazione dell'Unità sotto la corona dei Savoia, nel 1861, lo stesso anno della drammatica fine del protagonista. Quella di Nievo fu una vita breve: la penna di Paolo Ruffilli ne rievoca passioni romantiche, vitalità e slanci patriottici, amicizie e amori, esperienze letterarie e avventure politiche, nonché la morte tragica, realizzando un inedito ritratto a tutto tondo di un protagonista dell'Ottocento che appare uomo e scrittore di straordinaria modernità.

*Questa nota del libro edito da Fazi Editore è stata liberamente tratta da: http://www.lafeltrinelli.net/products/9788864112527/L%27isola_e_il_sogno/Paolo_Ruffilli.html (sito valido anche per l'acquisto e/o la lettura gratuita di una breve anteprima del romanzo) 

“Ippolito Nievo è una personalità straordinaria sotto tutti i punti di vista – ha detto Ruffilli - e la prima caratteristica di questa straordinaria personalità è che Nievo è un genio precoce. E come in tutti i geni precoci , ha semplicemente un cervello che è fuori dal normale, uno di quei cervelli che assorbono tutto quello che li attraversa; da qui una capacità mnemonica che gli permetteva per esempio di citare qualsiasi brano della Divina Commedia di Dante a memoria. Un’opera voluminosa come “Le confessioni di un italiano” viene praticamente pensata e organizzata da Nievo a memoria; se noi guardiamo il manoscritto del libro, che è conservato a Mantova, noi scopriamo che è come la stampata di un computer, non ci sono praticamente correzioni.”

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***Segnalazione tratta da: "la recensione dinanimista" di Zairo Ferrante