Cronache da Paperville: paperi allo spiedo! *from Gumwriters

Non restare lì impalato! Cronache papere d’anatra allo spiedo

aprile 22nd, 2011


Ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente voluto e paperato, se Paperandia vi dovesse ricordare Ferrara… beh, cose che capitano.
La notizia è fresca fresca, potete leggerla alla nostra maniera o consultare un giornale serio: QUI e QUI

E’ notte a Paperandia, la bruma s’alza dai giardini ben curati e un papero s’alza in piedi, deciso a varcare un cancello.
Ahimè, il cancello è chiuso, il papero sbatte le alette ma non si solleva di un palmo. Prova e riprova – è in questi casi che si vede se un deodorante per le ascelle mantiene le promesse degli spot – ma non accade nulla. I piedi-paperi sono ancora ancorati al suolo: santo cielo papero, bisogna inventarsi qualcosa!

Il papero solleva il becco e guarda per aria, la paper-luna è un grande fanale che gli fa scorgere la fine di quelle lunghe sbarre: il cancello è chiuso come un’anatra nel forno e sopra, lassù, punte acuminate anti-papero dicono che lui proprio non può entrare.
E’ ancora notte a Paperandia – ché il papero le decisioni non le prende al volo, al volo, semmai, varcherebbe il cancello – e il nostro misterioso pennuto, sbatacchiando invano le ali, capisce che dovrà usare un vecchio rimedio: salire a scimmia.
Essendo notte a Paperandia – ché i paperi per cacciarsi nei pasticci non hanno fretta –, un papero fermo davanti ad un cancello potrebbe dare nell’occhio…
A ben guardare, però, quello potrebbe essere il cancello di casa sua, magari ha scordato le chiavi. Ma potrebbe invece essere la paper-dimora della sua bella, le farà una sorpresa cantando una paper-serenata! O forse è casa di qualcuno, qualcuno a caso, qualcuno che ha un cancello dalle punte acuminate perché lì non ci deve entrare il primo papero che passa. E se non si può – ma tu guarda se proprio non si può! – allora lì c’è qualcosa d’interessante da paperare.
Il nostro papero passeggiava tranquillamente per Paperandia – era notte, dicevo – e si era preso un’ora – una settimana, un mese – d’aria uscendo dalla paper-comunità dove stava agli arresti paper-domiciliari. Voleva solo fare due passi, mica era evaso, mica voleva entrare dove non poteva, mica così, eh no… però quelle punte – sarà che alla fine un volo è riuscito a farlo o che il salire scimmiottando le scimmie l’ha condotto fino in cima – l’hanno impaperato. Già paperato e impalato, da “era notte a Paperandia” in poi, fino alle sei e mezza di mattina.
Una papera l’aveva scorto alle prime luci dell’alba – era notte a Paperandia ma poi è passata, come l’influenza – ma deve averlo scambiato per un gargoil: un papero gargoil infilzato per una coscia, sbandierante come un galletto segnavento sopra un cancello non suo, non di casa sua, manco di una casa di conoscenti… e cosa ci faceva là?

La paper-polizia brancola nel buio – anche se non è più notte a Paperandia – e i pompieri brancolano per aria: tagliano quaranta centimetri buoni di quel cancello – che ora ha una presa d’aria in più – e portano all’ospedale papero e cancello. Oh santa pazienza papera! Come finisce la storia?
Il cancello sta bene, state tranquilli, ma anche il papero s’è ripreso alla grande: operato d’urgenza – ché la carenza di ferro è brutta faccenda ma anche il troppo stroppia – e poi, come nulla fosse e senza nemmeno la bruma a nasconderlo – se l’è data a gambe. Su entrambe, seppur zoppo.
Deve aver corso veloce, lontano dall’ospedale di Paperandia e dalla comunità papera dove avrebbe dovuto stare. In passato s’era già dato ai cancelli altrui e l’avevano mandato in gita in quel posticino – ché in galera i paperi si fanno ombrosi – ma probabilmente là non stava bene, poverino. In quella comunità non c’erano cancelli da scalare e ai paperi un po’ di moto fa davvero bene!

La quotidiana carta papera – dove i paperi del villaggio commentano “così impara a voler paperare in casa d’altri” – sgrida il proprietario del cancello che si è preoccupato dei danni (no, non di tutti, solo per quei quaranta centimetri che, in un modo o nell’altro, il papero scalatore è riuscito a sottrargli) e non della salute dell’impalato.
Così, mentre il dibattito continua – tra chi augura buona guarigione al cancello e chi fa notare che il papero avrà avuto i suoi buoni motivi per voler entrare di notte in casa d’altri – la domanda di noi poveri paperi di gomma è una sola: dovessero ribeccarlo – a noi il gargoil papero piaceva – lo possono rimettere dov’era? Così sarà più facile impallinarlo.


Se la nostra versione papera vi è sembrata cretina, provate a leggervi l’altra. Poi, se volete, date pure la colpa al cancello.
http://www.gumwriters.it/2011/04/22/non-restare-li-impalato-cronache-papere-danatra-allo-spiedo/

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