Umidità e reumatismi
Un arguto agricoltore di Cona, Roberto Baldisserotto, da anni ammonisce sul rischio idrogeologico della zona, non adatto agli ospedali. E’ apparso perfino in TV segnalando il problema. Un suo ennesimo richiamo in un blog mi ha pungolato a una verifica. Avendo attitudini da navigante che consentono di trovare in rete anche le punte degli iceberg purché siano grandi come l’Himalaya, più che esplorare nel sito del Comune non m’è riuscito di fare, però non è andata male, trovandovi mappe e relazioni. Le mappe sono tratte da disegni con gli antichi nomi di località e possessioni, fra i quali l’area dell’ospedale è curiosamente denominata LA MORTA. Impossibile non notare l’affinità fra l’allegra dicitura e la speditezza del ventennale cantiere. Ne deduciamo che sia profeticamente valida anche in contesti postcantiere? Ma no, che idee! Fra i consulenti scientifici degli amministratori non mancano di certo gli specialisti in scongiuri. Comunque, i documenti confermano la diceria che la scelta del luogo in cui fu piazzato l’ospedale corrisponda all’area altimetricamente più bassa della zona. Aggiungono anche la “ridotta soggiacenza della falda freatica” (significa predisposizione al rischio d’allagamenti delle sottostrutture). In pratica, optando per il fondo bagnato di un catino s’è fatta una scelta sportivamente anticonformista come calarsi dall’alto appesi a un chiodo, dove il chiodo è l’affidabilità delle pompe drenanti. Data l’assoluta priorità, oltre alla regolare manutenzione sarà bene che anche il Parroco di Cona passi regolarmente a benedire la sala pompe: a pompe ferme il gioiello “d’eccellenza a livello europeo” s’allaga quando piove (cosa rara nel resto d’Europa, ma solo perché avvantaggiato dal clima sahariano).
Si sa che l’umidità è pregiudizievole a molte cose. Il ferro, per esempio, può corrodersi anche quando è annegato nel cemento armato di pilastri e basamenti. La corrosione dei metalli avviene in diverse maniere una delle quali, l’elettrolitica, trova un ambiente propizio nei terreni torbosi acidi e impregnati d’acqua come questo.
Sulla mappa si vede che un gasdotto costeggia l’area LA MORTA. I gasdotti di solito sono difesi dalla corrosione con impianti di protezione catodica. Se così fosse anche in questo caso, le correnti vaganti impresse nel terreno dal suo impianto farebbero implacabilmente assumere la parte sacrificale (si dice proprio così! non è macabra ironia) a tutte le eventuali zincature di serbatoi, tubazioni e quant’altro, denudando il ferro e predisponendolo al meglio per la corrosione elettrolitica “umida” di cui s’è detto.
Poiché le protezioni catodiche non fanno parte delle abitudini locali più consolidate (si vedano i suggestivi vapori che in inverno si alzano dalle strade percorse dal teleriscaldamento), e poiché un perito del Tribunale ha verificato che le strutture dell’ospedale a contatto col terreno non sono state realizzate con materiali idonei a convivere con l’umidità, con molta probabilità la struttura interrata dell’ospedale sarà presto affetta da gravi reumatismi.
L’aspettativa di vita dell’ospedale di Cona è secolare come quella dei due S. Anna? Domanda anacronistica e inutile. I S. Anna in Giovecca erano destinati a Persone, il nuovo ospedale ai Consumatori. Mondi diversi: le Persone decidono cosa scegliere in base ai bisogni, i Consumatori scelgono ciò che altri decidono di far consumare. Per le prime la durata delle cose ha importanza; per i secondi no, ospedali e dotazioni comunali comprese.
Paolo Giardini