Da quattro giorni la notizia è diventata pubblica, ma Repubblica e La Stampa non ne hanno ancora scritto.Il Corriere della Sera ha pubblicato due articoli all'interno senza neppure richiamarli in prima pagina. Se l'inchiesta fosse ruotata attorno a Silvio Berlusconi le cose sarebbero andate diversamente...
Ogni tanto, lo dico con ironia, essere lettore de Il Giornale comporta qualche vantaggio. Per esempio sapere che il Pd è coinvolto in un possibile scandalo non da poco. Come avete letto nei giorni scorsi, il braccio destro di Massimo D’Alema e la fondazione del baffino nazionale sono sotto inchiesta per un giro di fatturazioni sospette e in odore di tangente. Roba grossa, ma non per tutti. Siamo al quarto giorno da quando la notizia è diventata pubblica, ma Repubblica e La Stampa non ne hanno ancora scritto. Il Corriere della Sera ha pubblicato due articoli all’interno senza richiamarli in prima pagina. Insomma, la stampa libera e democratica, così come i tg (vero cara Berlinguer?) e le trasmissioni tv, nascondono, censurano e minimizzano un pasticcio della sinistra. Immaginiamo che cosa sarebbe successo se, invece che attorno a D’Alema, l’inchiesta fosse ruotata attorno a Silvio Berlusconi o qualche esponente di primo piano del centrodestra: titoloni sui giornali, le famose dieci domande all’indagato, una monografica di Ballarò e un’altra di Annozero .
E, invece, ovviamente, non succederà nulla di tutto questo.D’Alema e tutti i leader della sinistra non devono neppure denunciare il linciaggio mediatico né battersi per l’immunità. Ce l’hanno già, per diritto divino, in quanto eticamente e moralmente superiori per razza e fede (comunista). In Italia non manca la libertà di stampa, manca la libertà di parlare dei fatti della sinistra. Il giornale faro del Pd, La Repubblica , è prono e complice del suo partito di riferimento più di quanto il mensile Hurrà Juventus lo sia con gli juventini. Dove sono i cronisti d’assalto che hanno scovato (si fa per dire) e pubblicato migliaia di pagine dell’inchiesta sul caso Ruby?Saranno in ferie o, forse, i loro amici magistrati le carte su D’Alema se le tengono ben strette perché il segreto d’ufficio in questo caso è inviolabile, in campagna elettorale addirittura sacro.
Oltre che i giornali, anche il medesimo D’Alema, e Bersani e Di Pietro, non sembrano interessati al caso. Strano, di solito basta una velina di una qualsiasi procura per fare scattare la loro indignazione sul degrado della classe politica. Per loro il silenzio è d’oro solo quando ci sono di mezzo soldi per ungere le ruote del Pd in cambio di appalti e favori. Avendo letto le carte dell’inchiesta,scommetto che staranno zitti a lungo, perché si sta per scoperchiare il pentolone degli intrighi inconfessabili targati Pd.