Paperville: come si spiumano le papere.... *from Gumwriters

Una poetessa papera e il papero che l’impaperò

maggio 7th, 2011

 


A Paperandia capitano cose strane, oggi vi narrerò la triste storia del papero Gigio e della papera Pisquana, vi dirò della loro amicizia e di come la carta papera possa fare danni.
Pisquana era una papera poetica, componeva poesie con la penna d’oca, poesie da pelle d’oca, poesie papere per carta papera… a pagamento. A pagamento? Già perché la poesia non paga, ma il poeta sì. Ahimè!
Pisquana va dall’amico tipografo e si fa stampare qualche copia di Poesie per paperi, ovviamente l’opera non riporta quell’inutile codicillo – qualcuno lo chiama codice isbn, altri lo scambiano per il conto a cui fare il bonifico per la pubblicazione – ma a Pisquana va bene comunque: Pisquana è una papera poetica, se sa di codici sa di codici miniati, altro non le serve, lei campa di poesia.
Piglia la sportina con le copie di Poesie per paperi e si infila in un’associazione libresca per la tutela del papero scrivente: io scrissi – pagando ma scrissi – sono papera che sa di lettere e quindi mi iscrivo qui. Serve una mano? Un piede palmato? Le mie penne – bic o di vestiario – sono a vostra disposizione.
Qui Pisquana incontra Gigio, i due paperi diventano amici: Gigio tiene un corso di scrittura papera, Pisquana diventa fedele discepola. Brava, ma così brava, che salta fuori un nuovo lavoro poetico.
“Caro Gigio, faresti la postfazione di Poesie per paperi 2 – La vendetta?”, Gigio ci pensa, non sa dire di no, eppure una cosa la sa: Pisquana scrive poesie coi piedi palmati, anche una capra sarebbe più poetica, anche un soriano che soffia sarebbe più poetico. Pisquana, per farla breve, è poetica quanto la puzza d’ascelle.

Però Gigio è un gentilpapero, può forse scoraggiare Pisquana dall’esprimersi – seppur in maniera ascetica e ascellare – in rima baciata? No, non può, così scrive la postafazione, poi si tura il naso e presenta Pisquana e la sua nuova opera alle papere di Paperandia… sperando siano gentil nobil papere sue pari e non si lascino scappare una pernacchia.
Pisquana ci crede, ci crede fortemente, vuole crederci: è brava, pagando ma è brava lo stesso.
E qui spunta fuori Venerabile, papero di lungo corso – letterario, a pagamento – che si rende conto delle innate potenzialità di Pisquana: potenzialità monetarie e innata predisposizione all’essere circuita.
“Vieni Pisquana, molla quell’associazione lì, roba da poveretti… fai il mio corso – pagando – e diventa il mio fiore papero all’occhiello!”

In men che non si dica, dopo aver sborsato centinaia di papereuro per il corso – si può fare comodamente anche da casa, via email – Pisquana sfoggia una carta paperanda che dice “da ora puoi fare l’editore, ma anche il correttore di bozze, tanto è uguale”. Pare che il corso sia andato particolarmente bene, Pisquana prende un bel voto: pagante con lode.
 
Continua
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