“Per una nuova oggettività. Partecipazione al destino del popolo”


Manifesto in fieri:

“Per una nuova oggettività Partecipazione al destino del popolo”






“…ERGO DIIS PATRIIS, DIIS INDIGETIBVS PACEM ROGAMVS. AEQVVM EST, QVIDQVID OMNES COLVNT, VNVM PVTARI.


EADEM SPECTAMVS ASTRA, COMMVNE CAELVM EST, IDEM NOS MVNDVS INVOLVIT:


QVID INTEREST, QVA QVISQVE PRVDENTIA VERVM REQVIRAT?


VNO ITINERE NON POTEST PERVENIRI AD TAM GRANDE SECRETVM. SED HAEC OTIOSORVM DISPTATIO EST;


NVNC PRECES NON CERTAMINA OFFERIMVS…”



Il nostro Libro-manifesto in fieri si strutturerà in una Prima Parte con Introduzione e di seguito Premessa, articolata in “quattro quadri” (Bonvecchio, Lami, Sessa, Sutti), in una Seconda Parte articolata in Argomenti con tutti i contributi a responsabilità diretta dei partecipanti, in una Terza Parte,od Appendice, contenente una Postfazione a chiarimento della titolazione complessiva del manifesto, più un elenco di tutti i partecipanti e dei sottoscrittori con note biobibliografiche dei partecipanti, più un CD musicale il cui autore è il Maestro Mario Mariani, più un foglione-manifesto allegato il cui responsabile finale ideativo e grafico è Sandro Giovannini.





Il nostro manifesto vuole accogliere, in modo ripetuto e convinto, entro il suo alveo, diverse interpretazioni delle verità credute valide da ognuno dei partecipanti o sottoscrittori ma che, esplicitamente e senza equivoci, intende, nella ineliminabile differenza esplicitata ed in quella recepita, essere d’accordo su alcune linee di azione culturale e civile di massima, onde poter reagire alla montante disgregazione comunitaria, alla volgarità consumistica, alla rapina del destino ed alla espropriazione dell’identità popolare. Ognuno dei partecipanti è ricco di una storia personale e comunitaria non azzerabile e non riducibile ad un unico mcm, ma tutti auspichiamo ancora un MCD, al di là di alcune differenze nelle linee interpretative atte a raggiungerlo, che possa indicare con accettabile unitarietà, i pericoli maggiori che devono essere necessariamente affrontati credendo fermamente al superamento definitivo (e non solo verbale, anche se per quanto a noi attiene ed è nelle nostre umane possibilità) della contrapposizione destra-sinistra. Ciò anche nella logica di una visione del mondo spiritualmente orientata,ove per noi sono primari: la scelta olista, comunitarista, partecipativa, differenzialista, anticapitalista ed antiglobalista, la convinzione che sia improcrastinabile ricercare l’esistente vero nel rispetto altrettanto vero del nostro passato. Non crediamo che tali scelte possano oggi reputarsi minimali, ma anzi massimali, perché individuano le vere afflizioni ed i veri rimedi, e quindi possono saggiamente e nobilmente mettere in secondo piano differenze di etichettature e far venire in primo piano desiderio di unità e di riscatto.

Ancor meno ci interessano - ribadiamo - le diatribe di fondo partitico che si giocano in un tessuto sociale pericolosamente distorto e stressato dalle logiche materialistiche, consumistiche ed eterodirette, e qualsiasi sia la legittima storia di provenienza di ciascuno ed il legittimo afflato di posizionamento individuale o di gruppo ora ricerchiamo una convergenza più ampia, più ariosa, meno causidica e più realizzativa, ma inattenuata per identità sui valori primari sopra indicati e atti a rifondare la nostra operatività.

Tale operatività si muove da una attenta lettura dei primi “quattro quadri” che formano la Premessa. Dalla storia della liberazione e della conseguente nuova oggettività in uno spirito di azione filosofica e di coscienza cosmica per una rifondazione della fiducia nelle possibilità di un uomo libero dalle illusioni monoveritative e rinnovato nella coscienza e nel cuore di Lami, alla palingenesi microstorica contro la democrazia del pubblico ultimo avatar della forma-capitale, contro la visione monocausale e per la valorizzazione delle diversità in una presa d’atto cosmica di tipo sia geofilosofico che psicologicoarchetipico che esteticopolitico e per una partecipazione vera del popolo al proprio destino di Sessa, alla vita nella Tradizione per un nuovo universalismo guidato da un mundus imaginalis in una comunità reale abitata da uomini capaci d’opporsi con rigore alle contrapposizioni artificiali e maestri del nuovo di Bonvecchio, alla vita contro la sopravvivenza, la lotta contro la concorrenza, la potenza contro il potere per una sovranità rivoluzionaria e portatrice di storia nella partecipazione all’evoluzione autodiretta e destinale di Vaj, crediamo che siano stati forniti i termini essenziali del nostro processo ideale. La risultante si articola già nell’ulteriore svolgimento degli Argomenti e sicuramente avrà una sua ulteriore trasparenza con la terza parte od Appendice.

“…Detto questo, riteniamo che trovare aggregazioni su queste tematiche non sia solo doveroso, ma possibile. Per la qual cosa, sarà necessario coordinare le iniziative, partendo da ciò che esiste. Dai movimenti, dai circoli, dai centri sociali, dalle scuole di pensiero, dai gruppi formatisi intorno alle riviste, da tutti coloro che, anche negli ultimi anni, sono stati in qualche modo presenti e hanno sviluppato un proprio progetto. Insomma, attraverso la creazione di un coordinamento, si dovrà trasformare ciò che fino ad oggi ha vissuto come isola, in arcipelago, all’interno del quale le isole non solo siano poste in grado di comunicare tra loro, ma si rendano visibili e aperte all’esterno…”


Un saluto cordiale a tutti,
Giovanni Sessa (e-mail: Sessa_Giovanni@libero.it)