Paolo Giardini Società liquida e Comune di Ferrara floscio?

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Vivendo la consapevolezza della baumiana “società liquida”, non passeranno inosservate ai sociologi le peculiarità della presente amministrazione comunale di Ferrara palesate l’11 maggio scorso nella Sala dell’Arengo ad una ventina di persone, fra operatori economici, rappresentanti delle categorie commerciali e cronisti locali. Di quali consapevolezze aggiuntive sono stati arricchiti quei fortunati testimoni? Hanno appreso dalla viva voce del sindaco Tagliani che è finita l’epoca delle semplicistiche suddivisioni fra cittadini che pagano le tasse e amministratori che con i soldi delle tasse risolvono i problemi della città! Ora le cose stanno in questi termini: i cittadini pagano le tasse come prima (o più di prima grazie a miss Musa, o ai passi carrai a raso) fornendo soldi per tenere in piedi l’amministrazione che ha già il suo daffare ad eseguire le direttive di partito, ma se devono risolvere qualche problema che all’amministrazione assolutamente non interessa, come i parcheggi che siano veri parcheggi nei luoghi giusti e non spazi rubati alle carreggiate, che paghino di tasca propria le opere che desiderano. L’amministrazione, se non le troverà sgradite, le farà poi eseguire da chi sa lei, nei tempi e modi che deciderà lei. Della serie paghi tu decido io. E’ intervenuto in seguito il vice-sindaco Maisto a corroborare il concetto, esemplificandolo nel caso concreto delle Mostre in cinque semplici passaggi:

1 - Una stagione con due eventi costa due milioni di euro;

2 – Comune e Provincia possono contribuire sborsando 500.000 €;

3 – 500.000 € potrebbero essere erogati, forse, dalla Carife;

4 – altri 500.000 € potrebbero arrivare dagli sponsor privati;

5 – gli altri 500.000 € mancanti ai due milioni necessari dovreste versarli voi, qui convenuti per nostra sensibilità democratica.

Traendo conclusioni dalle coniugazioni dei verbi nei cinque punti, risulta che il ruolo dell’amministrazione è marginale, se non inutile. Un grande riconoscimento dato dalla politica all’antipolitica: i presenti, come s’è detto, erano operatori economici privati, che non hanno bisogno di consulenze per arguire l’origine privata di quei due milioni di euro, tre quarti dei quali non in mano all’amministrazione. E con i tre quarti di una cifra indicata dal Comune di Ferrara per fare qualcosa, senza rendite parassitarie da mantenere si realizza privatamente il doppio di quel qualcosa. Una lezione molto istruttiva.

Paolo Giardini