Ferrara in sciopero: necrofilia CGL


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“Un’occasione straordinaria per mettere insieme le forze di tutti quelli che non ce la fanno più ad assistere da spettatori al suicidio del nostro Paese”. Con queste parole, il segretario provinciale Cgil, Giuliano Guietti, ha definito lo sciopero generale di ieri, venerdì 6 maggio. Un corteo di 4mila partecipanti – questa la stima degli organizzatori, che hanno contato 12 pullman da tutta la provincia -, è partito verso le 10 da piazza Poledrelli per raccogliersi verso le 11 all’ombra del Castello, accolto dalle note esotiche dell’Ensemble du Sud. “Con questo sciopero – ha esordito dal palco di piazza Castello, il vertice Cgil -, vogliamo dire che non ci rassegnamo alla mediocrità morale e civile della sua classe dirigente. Da quando è iniziata la crisi, cercano di convincerci che stiamo meglio degli altri: intanto però l’Italia compete con Haiti per avere il titolo di Stato al mondo che ha avuto la crescita più bassa degli ultimi 10 anni. E i posti di lavoro continuano a calare, le fabbriche a chiudere, i nostri salari ad essere troppo bassi e i giovani a essere precari e sottopagati. E a chi ha la fortuna di lavorare – ha continuato Giuetti -, sempre più spesso è ricattato, attaccato nei propri diritti e nella propria dignità di lavoratore”.
Il sindacalista ha strappato un grande applauso alla sua platea. “I nostri governanti – ha continuato Guietti – sono impegnati a mettere tutti contro tutti, perché ognuno trovi qualcuno di disgraziato come lui a cui dare la colpa, invece di richiamare chi governa ad assumersi le proprie responsabilità”. E’ così che la crisi, secondo il segretario Cgil, “è divenuta l’occasione per disfarsi di tanti “fastidi della democrazia” – ha sostenuto Guietti -, come la contrattazione collettiva nei luoghi di lavoro, che – ha attaccato il sindacalista – si è ridotta a simulacro, tanto più in un Paese come il nostro in cui non c’è nessuna regola che la sostenga, che le dia trasparenza. Cosicché prevale l’arbitrio, l’arroganza, la prepotenza di chi pensa di poter fare e disfare senza mai dover rispondere a nessuno, meno che mai ai lavoratori. E questo è un problema di tutto il Paese, perché è uno dei pilastri fondamentali della democrazia”.
Guietti risponde alle accuse rivolte alla Cgil: “Siamo arrivati al paradosso di essere additati come ‘conservatori’, proprio da chi porta i diritti del lavoro indietro di oltre cinquant’anni. Siamo stati definiti ‘antiunitari’, da chi firma accordi separati. Siamo stati accusati di ‘fare politica’, se critichiamo le scelte del governo. Noi – ha risposto il vertice Cgil – ci assumiamo la responsabilità che un sindacato unitario si è sempre assunto verso qualunque governo: lavoriamo per l’unità del mondo del lavoro che, oggi, richiede percorsi nuovi, di condivisione, di solidarietà, regole democratiche e trasparenza. Siamo convinti che possiamo innovarci – ha concluso Guietti – senza venire meno ai nostri valori e alla nostra autonomia, per imprimere la svolta al Paese e immaginare un futuro diverso”.
“Uniti come i giovani del Risorgimento, possiamo farcela”.

http://www.estense.com/sciopero-cgil-uniti-contro-il-suicidio-del-paese-0142673.html