Paolo Giardini Affaire Kona, per un servizio di Psicologia Clinica ad personam Pd Ferrara


 

CAPIPOPOLO DA OPERETTA

 

Sono stato chiamato “capopopolo” dal dottor Portaluppi, consigliere comunale e principale esponente del Pd, che oltre a farsi “scudo e usbergo” dell’ospedale di Cona, s’è accollato l’onere di propagandare quell’ottava meraviglia, battendo sezioni di partito e circoli anziani in città e frazioni.

L’appellativo di capopopolo è ovviamente caricaturale. Ma l’intento satirico non basta a spiegarne l’incongruenza con un misantropo come il sottoscritto. Tanto più che l’attributo inadatto a me calza benissimo a lui, assiduo animatore di assemblee e comizi. Sembra gli sia sfuggita una proiezione di sé. L’apparente transfert si palesa replicando ad una lettera sgradita (poco diplomaticamente l’avevo accostato al sindaco nell’appartenenza ad una genia di politicanti irresponsabili), è comprensibile che l’irritazione gli abbia preso la mano, e da qui l’importanza data a fondamentali precisazioni su Sandrone, che non è di Bologna, e le utenze gas, che non sono 100.000. Evidentemente sono propedeutiche alla comprensione del pezzo forte che ci ammannirà subito dopo. Infatti, replicando alle accuse riguardanti lo stolto spegnimento della nostra facoltà di medicina per carenza di posti letto, paragona la trista questione a quella del porto merci di Gioia Tauro. Efficace e ben detto. Non occorre spender tempo a spiegare da parte avversa che lui e il Pd intendono la ragion d’essere d’una facoltà universitaria alla stregua di una merceria: già fatto in famiglia!

Con criteri portaluppiani vivremmo finalmente in un mondo migliore. Senza inutili orpelli quali i musei. E al posto dell’università di Camerino troveremmo una trattoria o una discoteca!

Ci sono nomi maiuscoli nella letteratura medica legati a Ferrara, alcuni scolpiti nel marmo, come Ortolani, Baserga, e Vullo e Castoldi loro colleghi-discepoli (i pochi che ricordo). I ferraresi autoctoni hanno ben presente il contesto universitario-ospedaliero che attirava personaggi di quel valore e consentiva di restarvi, perché con 2.000 posti letto a disposizione c’era la possibilità di fare seriamente ricerca (la prima ragione d’essere di ogni università). Serietà distante anni luce dall’attuale serie di autorevoli buffonate su Cona e sulla Casa della Salute aperta 7 giorni su 7, 24 ore su 24 per cambiare nome alla mutua. Il tempo è galantuomo e le buffonate sono agli atti. S’è detto e ripetuto che i politici di Modena sulle loro faccende ospedaliere-universitarie hanno corretto una direzione sbagliata come la nostra, invertendola pari pari. Sono più bravi dei nostri? Al confronto sono superlativi. Hanno ottenuto per la loro USL pure un Servizio di Ingegneria Clinica. A Ferrara, che ne ha un bisogno disperato, immagino non sappiano neppure cosa sia e a cosa serva. Adda passà ‘a nuttata.

 

Paolo Giardini