Sinistra culturale e futuro
*from supereva.it/controcultura
http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/06/intellettuali-dis-organici
La scomparsa di Sanguineti, tra le ultime icone viventi di certa sperimentazione letteraria e culturale “progressista”, paradossalmente, apre finestre inedite interpretative sullo stesso futuro di tale cultura in Italia, notoriamente in crisi.. Certa sinergia critica suggerita quasi naturalmente con lo stesso Gramsci svela subito parallelismi affascinanti.
Gramsci e Sanguineti…Entrambi ibernati da certa vulgata, in orizzonti quasi contrari alle loro pre-visioni sulla modernità e sulla mass-culture del nostro tempo. Da Gramsci celate quasi in pagine mediatiche allo stato nascente, affascinanti e rivelatrici, in cui il Maestro del comunismo virtuale democratico indicava quasi il contrario di quanto poi successo, almeno a partire dalla scomparsa di Berlinguer…
Gramsci subordinava il divenire della storia ai fatti e all’empatia (mai a priori …)con il dinamismo dei bisogni del popolo e della gente, già intuendo la necessità, con la nascita della società della macchina, di relativizzare la stessa lotta di classe .. Con la matura società industriale e l’avvento della società di massa(da Gramsci colta nell’aurora paradossale dell’americanismo primo novecentesco e del fascismo e in certo futurismo stesso) tutto il popolo diventava lavoratore….
Sanguineti e la generazione letteraria culturale di certa avanguardia, a partire dagli anni sessanta lanciarono segni e messaggi non dissimili, non a caso riattivando, a livello di linguaggio e di provocazione (anche se già fredda…) l’arte-avanguardia di massa dei futuristi persino italiani ben compresi dallo stesso Gramsci…
Entrambi, sia Gramsci che la neovanguardia italiana sono rimaste imprigionate da certo spirito dei tempi italiani pseudorivoluzionari (leggi lo stesso 68 e 77 e ovvio la crisi delle sinistre e il miraggio del Paradiso sovietico….), al di là delle proprie parole e delle intenzioni, quasi di segno opposto, manipolati da esegesi stessi di stoffa assai mediocre e dogmatica…
Gramsci, si sa è morto durante addirittura il ventennio e vittima del fascismo. Sanguineti, più magari di un Balestrini, ha sperimentato la dissoluzione dell’utopia comunista, consapevole ,senza tante rimozioni, della morte magari dell’utopia… ma non del sogno di un una società futura da riformattare, ancora critica ovvio verso il cosiddetto turbocapitalismo attuale, ma da altro assioma, semi-sconosciuto.
Ecco, forse, la memoria dei due grandi intellettuali, contradditori per forza, con ovvie modulazioni diverse, tempi diversi, ma ponendo la complessità al centro, capace di radiografare criticamente, ma in vettori nuovamente propulsivi (non retro appunto come la solita vulgata casta) la cibercultura di massa odierna… Con la forza della poesia e della conoscenza e dell’ascolto dei bisogni e i sogni in progress della gente e non secondo le analisi burotiche del Partito o di certa Intellighenzia “rossa” ormai semi-estinta!