Giorgio Israel Il Giornale: Giù le mani da Levi!

 


Il libro di Primo Levi Se non ora quando? ha come protagonista una brigata di partigiani ebrei nella Russia invasa dai nazisti. Hanno preso le armi e marciano cantando un loro inno che dice: «Siamo le pecore del ghetto, Tosate per mille anni, rassegnate all’offesa. (...) Abbiamo imparato a sparare e colpiamo diritto (...) Siamo i figli di Davide e gli ostinati di Massada. Ognuno di noi porta in tasca la pietra che ha frantumato la fronte di Golia. Fratelli, via dall’Europa delle tombe...». E il ritornello recita la celebre frase del rabbino Hillel (II secolo): «Se non sono io per me, chi sarà per me? Se non così, come? E se non ora, quando?».
Oggi ci si mobilita e si scende in piazza con questa parola d’ordine. Per difendere i figli di Davide, che hanno imparato a sparare e difendersi, ma sono asserragliati in una nuova Masada circondata da decine di migliaia di missili, minacciata di distruzione da un dittatore esaltato, Israele insomma? E questo mentre l’Europa delle tombe vede la rinascita di un nuovo antisemitismo? Niente di tutto ciò, ci mancherebbe altro! Si scende in piazza per l’onore delle donne, per difendere la loro dignità. Allora, si tratterà di certo delle migliaia e migliaia di donne tenute in schiavitù, infibulate, lapidate se adultere, sgozzate se si sposano o solo s’innamorano di un «infedele», picchiate a volontà dal marito-padrone? Si scende in piazza per denunciare l’abominio di duecentomila persone che vivono in regime di poligamia nella regione parigina e chissà quante già da noi? Niente di tutto ciò. Si scende in piazza per cacciare Berlusconi...
Occorrerebbe soltanto sorridere per l’impietoso parallelismo tra i partigiani di Primo Levi e i partigiani antiberlusconiani. Sarebbe da voltarsi dall’altra parte disgustati per l’immensa ipocrisia di tacere dei veri delitti che vengono perpetrati quotidianamente sulle donne e indignarsi per dei vizi privati sbirciati dal buco della serratura. Ma è intollerabile il continuo abuso del riferimento allo sterminio degli ebrei e ai suoi simboli: dagli insegnanti che sfilano con la stella gialla contro la riforma Gelmini fino adesso al «Se non ora quando?». Trovatevi altri simboli, per cortesia, se non altro per non banalizzare la Shoah, tirandola fuori a sproposito. Fatelo almeno per motivi di opportunità: se non ora quando?
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C  IL GIORNALE
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