C’è una normalità inusuale e frizzante, attendendo l’avvio del serial sanremese 2011. Un’attesa che punta sui rumori e sul susseguirsi di storie non ancora scritte. Immagini e sensazioni al limite “del fuori onda” e scelte, con cura, che fanno sobbalzare e non ti staccano dall’Ariston. Al suo esordio, il Festival del 150° dell’Unità d’Italia è già pronto a fare la sua parte. L’evento canoro è già la cosa più originale che si possa pensare nell’ultimo periodo. E deve tanto ai suoni, che traducono spesso le opinioni dei protagonisti, che finiscono per indossare i fantasmagorici travestimenti dei media. Il trucco della rappresentazione diventa un corto circuito di indagine psicologica da affidare ai critici. Alla fine il filo si perde e si capisce poco, come di consueto, alla vigilia di ogni edizione del Festival, come vada a concludersi il tormentone di voci e di bisbigli da pretattica calcistica. Sanremo, tuttavia, non corre mai il rischio di esaurirsi, mette in scena i dubbi e le certezze che ne spiegano il successo. Ogni puntata è un film. Sanremo rivela il suo segreto, lo scopre nei dettagli, autentici attori assoluti della sua parabola: tante parole sparse e dette, una voce narrante che non si stanca di scaldare le emozioni, che suscita la voglia di seguire questo Festival come se fosse il primo.
*Casalino Pierluigi, 14.02.2011.
*L'Uomo Futurista e il Sogno del Futuro -Futurist Editions on line
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