Si alza il sipario sul Festival di Sanremo 2011 e sorge spontanea una domanda. Esistono ancora giovani cantautori? Quei personaggi estrosi e romantici d’altri tempi che giravano l’Italia con la loro chitarra e il loro bagaglio di parole e di musica al seguito? Una schiera di giovani autori e poeti, che incarnavano il sogno di un Paese ricco di ispirazione e di sogni? La ballata vivente di un romanzo culminato con gli indimenticabili “Blu dipinto di blu” di Domenico Modugno e di “Lontano, lontano” di Luigi Tenco? Si, nonostante le ombre di un mercato spesso improntato alla superficialità, la vena originaria non si è esaurita! Il cuore di questa terra è ancora capace di esprimere tutta la sua ansia creativa. Voci fresche, leggere e un po’ malinconiche continuano a raccontare con la loro arte l’anima dell’Italia, manifestazione di un fenomeno collettivo, che ricorda in questi giorni i suoi 150 anni dalla nascita. Una galleria di nuovi menestrelli che fa memoria di una cultura ben più remota e che conserva intatta l’inventiva del “dolce stil novo”. E alla verve, all’eleganza e alla seduzione dantesca e dei suoi imitatori, si rifà certo l’interminabile repertorio di canzoni che ha segnato la storia del Paese del bel canto. Un canovaccio che non manca di sorprenderci per la sua vitalità e la sua fantasia. Una speranza per non morire.
Casalino Pierluigi, 25.01.2011.