Mara Carfagna: belle sexy democratiche intelligenti vs le kapo de l'Unità brutte frigide reazionarie
E quindi ricominciare il giro daccapo: «Ma questo cosa c’entra? Non rinnego assolutamente quello che ho fatto in passato… (il calendario di Max, ndr)». Non c’è pace per Maria Rosaria Carfagna detta Mara, da Salerno, classe 1975. E dire che la parabola della ministra è davvero degna di plauso. Da un sacco di punti di vista. Si è preparata, reinventata, reimpostata. Dal diploma in ballo al San Carlo di Napoli al Consiglio dei ministri. Dai jeans stretti con i toppini corti, alle borse Kelly con le camicette di seta. Complice un proibitivo taglio di chioma (diciamo la verità, in quante potrebbero permettersi quella pettinatura?) che «ce l’ha presa» procace reduce degli anni Ottanta e «ce l’ha restituita» affusolata aristocerbiatta di porcellana. Indossa il bon ton senza menarcela col bon ton, la ministra. Unghie corte, trucco leggero, gioielli dosati, gesti eleganti. E sembra che sia sempre stata nient’altro che questo: una signora. Oggi pare una che ha alle spalle nobili dinastie la Carfagna, quando in realtà ce le avrà probabilmente davanti se il prossimo 13 maggio, come si dice, sposerà il facoltosissimo fidanzato, Marco Mezzaroma. È composta, mai sguaiata (vabbè, a parte quel vajassa che le è partito all’indirizzo della Mussolini per un rigurgito di «salernità»), efficiente, elegantissima. ...
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