*Cona allunga i tempi di soccorso
di Valentino Tavolazzi
In questi giorni si sta diffondendo a macchia d’olio una irresponsabile sottovalutazione dei disagi imposti ai cittadini dall’abbandono cui è stato condannato il Sant’Anna e dal grave ritardo nella realizzazione di Cona, ormai non più fruibile prima del 2012. Assistiamo ad una vera e propria campagna di comunicazione, coordinata da istituzioni e sindacato, con interventi di medici in carriera e tecnici attratti dagli incarichi per la valorizzazione del Sant’Anna. C’è perfino un tavolo tecnico, pagato dai cittadini, cui partecipano i rappresentanti di tutte le istituzioni, che fa da cabina di regia della comunicazione. Purtroppo non è così che si riparano i guasti della vicenda Cona-Sant’Anna e ne sono ben consapevoli coloro che prendono le decisioni sulla testa dei cittadini.
Da un lato infatti si puntella la scelta di chiudere il Sant’Anna ed il suo pronto soccorso, sostenendo che i tempi di rientro delle ambulanze in ospedale siano ininfluenti nel garantire tempestività e qualità di assistenza, anche nei casi di infarto, ictus, gravi emorragie o difficoltà respiratorie. Dall’altro il 118 sembra cercare conferme se, lo scorso agosto, ha disposto rilevazioni di tempi e percorrenze. Un’ambulanza con autista ed infermiere a bordo è stata utilizzata per testare alcune zone penalizzate dalla chiusura del pronto soccorso, quali Mirabello, Bondeno, Porporana, Santa Maria Maddalena, Pontelagoscuro, Francolino, Pescara. Le simulazioni risalgono al 4-10 agosto, periodo campione non proprio adatto a rappresentare il traffico medio annuale. Le risultanze sono quantomeno imbarazzanti per i sostenitori della chiusura del Sant’Anna. I tempi del solo rientro all’ospedale da Porotto, Pontelagoscuro, Barco, Francolino, Doro, Ipercoop le Mura, si spostano da 5-12 minuti per il Sant’Anna a 10-21 per Cona. Immaginiamo cosa accadrà in inverno con nebbia, traffico e via Comacchio intasata. Non servivano prove per intuirlo...
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