Gumwriters intervista Graziano Cecchini e il Futurismo

Oggi Gumwriters – noto covo di artisti, e se non vi è noto è un bel casino perché non abbiamo soldi per gli spot in tv – vi porta al cospetto di un genio. Ve lo meritate ‘sto regalo? Voi sicuramente sì, ma noi ancora non ci capacitiamo della fortuna che abbiamo avuto: Graziano Cecchini tutto per noi, alla “Gumwriters maniera”!



Graziano Cecchini, “Rossotrevi”, il futurista che ha colorato di rosso l’acqua della Fontana di Trevi. Noi ti abbiamo conosciuto grazie a questo, ma il tuo futurismo ha radici ben più lontane. Ce le racconti?
R. Per raccontarvi le radici del mio amore per l’arte e per il futurismo in particolare, dovrei raccontare 45 anni di vita! Ma provandoci in poche battute: a 6-7 anni mi ritrovo con una matita in mano a scarabocchiare blocchi interi traendo ispirazione da tutto ciò che mi circonda (i primi quadri incorniciati risalgono a quando avevo 12 anni circa); a 14-15 anni leggo di un certo Marinetti e vengo fulminato. Ho sentito subito un’affinità con questo personaggio, mi univa a lui il carattere ribelle e trasgressivo oltre che l’interesse di vivere profondamente radicato nella società. Sono andato avanti tra gli scossoni del Sessantotto continuando ad approfondire, nonostante tutto, gli studi sull’arte. I primi quadri veri presso lo studio del padre di un mio amico, la prima mostra, la prima lite con un critico. Nel frattempo ho conosciuto e studiato le opere di Balla e Boccioni, i progetti architettonici di Sant’Elia e Prampolini… e il gioco è fatto. La vita mi ha portato a viaggiare, conoscere il mondo, altre culture fino a che tutte le esperienze fatte mi hanno portato lì, davanti a Fontana di Trevi ed è bastato un attimo.
In un attimo ho capito che qualcosa la dovevo fare. Qualcosa per far svegliare un po’ i miei concittadini, qualcosa che rimanesse… pur scomparendo in poco tempo. La forza di ciò che è transitorio. L’immaginario nella forza di un’immagine. La violenza dell’inaspettato. La violenza dell’emergenza e del pericolo, ecco cos’è stata Fontana d Trevi: un punto di arrivo ma anche un punto di inizio.


Il bizzarro tra la gente, lo stupore di un’arte inattesa: prima la Fontana di Trevi e poi 500.000 palline fatte rotolare da Trinità dei Monti. Entrambe le azioni ti hanno fatto guadagnare il carbone dalla befana delle forze dell’ordine. Interruzione di pubblico servizio o mancanza d’ironia?
R. Diciamo che la mancanza di ironia batte interruzione di pubblico servizio 3 a 0!
La verità? Durante la performance, come previsto, le 500.00 palline si sono fermate tutte nella zona centrale, intorno alla Barcaccia. Questo è stato possibile sfruttando la stessa forma della piazza, strutturata in modo tale da raccogliere al centro l’acqua per proteggere le vie limitrofe.
In piazza di Spagna possono transitare taxi, autobus elettrici e, all’occorrenza, ambulanze.
Ci sono video che testimoniano che, durante tutta la performance, il passaggio è rimasto libero! L’interruzione è stata dopo, quando si è ordinato di sgomberare le palline. E io a quell’ora ero già in caserma dai carabinieri…


Il titolo di questa intervista arriva dritto dritto dal volantino distribuito dopo l’azione delle palline colorate. I fratelli d’Italia si sono davvero rotti le palle o la rassegnazione è dilagante?
R. No! Io non mi rassegno né alla situazione e sono convinto che presto questo popolo rialzerà la testa, superando le diversità ideologiche e culturali. Anche se la maggior parte degli italiani può essersi allontanata, o mai avvicinata, a qualcosa che assomigli ad un impegno sociale, io sono convinto che anche le minoranze possano essere efficaci, che si possa far sentire la propria voce e cambiare le cose anche senza appartenere alla cricca dei “ben pensanti”.
Sì, io sono convinto che gli italiani si sono rotti le palle, attenzione al giorno in cui esploderanno!

Paolo Corsini, giornalista e presidente dell’associazione Lettera 22, dopo la tua azione alla Fontana di Trevi ha ironicamente ipotizzato un “reato di futurismo”. Credi cambieranno il Codice solo per farti dispetto?
R. E allora perché non tornare a bruciare i libri in piazza o alla Santa Inquisizione? Forse oggi ragionare con la propria testa, non essere in vendita, mettere a frutto le proprie conoscenze e voler dare emozione senza omologarsi ai canoni istituzionali sono tutti reati, ma non credo che nessuno dei politici di oggi abbia abbastanza palle per chiedere di considerarli davvero tali. Un pensiero autonomo fa paura, lo so, e se anche non potranno cambiare il codice, di fatto hanno tentato di farlo con la ridicola condanna che mi hanno dato. Ma non è detto che io non mi consegni per scontare veramente la condanna a 8 mesi di carcere… Sarà divertente vedere le loro facce. Sarei proprio fuori dagli schemi di oggi… oggi che nemmeno di fronte ad accuse gravi i nostri politici mollano la propria poltrona! Comunque tutti i futuristi sono stati in galera da Marinetti in poi, quindi non ci vedo niente di male a scontare, un giorno, la pena che mi hanno dato!


Successivamente, un pacifico lancio di palloncini a Castel Sant’Angelo. Spero che nessuno abbia mandato le Frecce Tricolori a trarti in arresto! Raccontaci perché eri lì.
R. No, le Frecce Tricolori non le hanno chiamate, ma carabinieri e polizia mi hanno scortato fino alla location della performance! La performance di Castel Sant’Angelo era contro le Olimpiadi di Pechino, pro Tibet e per la libertà del popolo Karen per il quale sono testimonial. E’ un popolo fiero dal quale gli italiani potrebbero imparare davvero molto. Lottano da più di 60 anni per ottenere una libertà e un riconoscimento internazionale ma gli interessi economici sono tali e tanti che raramente riescono ad ottenere uno spazio nella cronaca. E così, sotto Castel Sant’Angelo ho deciso di non dargli solo voce, ma di dar loro la visibilità che meriterebbero sempre. Dopotutto, se non ti ascoltano… fatti vedere!....
 
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