Ferrara: DIEGO MARANI RISCOPRE SE' STESSO

 

 


Lo scrittore Diego Marani, europeista doc, riscopre sé stesso. In anteprima su La Nuova Ferrara, dove ormai in pianta stabile delizia i ferraresi con editoriali al succo di Mandarino doc spiritualmente sponsorizzato dalla casta rossa ferrarese e dal PD, una pagina intera dedicata al suo nuovo libro in rigoroso vernacolo doc ferrarese...

Non bastava, nella casta anche culturale locale, lo stesso politico scrittore Dario Franceschini, edito dalla Bompiani, esempio conclamato di certa mistificazione editoriale italiana contemporanea.

Ora anche il Saviano ferrarese, da tempo appunto puntuale- su La Nuova di Paolo Boldrini- la Pravda ferrarese e il suo Makarenko pennivendolo- clone nostrano dell'antiberlusconismo, sempre fedele alla linea, persino di Sateriale con lo scandalo Ronconi, mai una parola naturalmente contro la camorra del Palazzo degli Specchi, del quadrante Est, di Cona, di Argenta, dell'Idrovia, si autoincorona salamina doc della tradizione letteraria ferrarese con un improbabile lavoro dialettale.

Ma una volta tanto l'impresa è ammirevole. Visto lo standard culturale di Marani, improntato fin nella cifra imprinting stilistica in certo storicismo e sociologismo ancora ultraideologico e del novecento terminato, con le solite sentenze sul consumismo, la crisi dei valori, la degenerazione culturale dei media (in Italia secondo lui e certa intellighenzia rossa colpa di Drive In e di Berlusconi), come se Morin, Eco, McLuhan e De Kerkove non avessero mai scritto una riga sui media stessi, il suo ritorno letterario a casa.. ne rivela il concreto autentico spessore conoscitivo.

D'ora in poi continui così. Magari solo così. Lasciando perdere il suo ruolo di pedagogista intellettuale per cui è stato ingaggiato dalla casta per l'informazione ferrarese. In tal caso, lo facesse, si può anche sorvolare su altre reinvenzioni del dialetto, sperimentali ed affascinanti, di cui a suo tempo furono protagonisti alcuni cosiddetti poeti totali o sonori (a Ferrara un certo Sergio Altafini e lo stesso recentemente Giovanni Tuzet, con Male Lingue americane, scritto peraltro quasi in slang soggettivo friulano, mitteleuropa.. quella di  Kraus, Musil o Svevo, non quella di Prodolini!).

 

Marco Cremonini Neuchatel Svizzera