Dimostra di essere libero, smetti di scrivere. Mi stropiccio gli occhi e rileggo quel che da sinistra mi viene suggerito. A Capodanno avevo auspicato il ritorno a un giornalismo più sobrio, graffiante ma elegante, alla Montanelli. Molti, su giornali, in radio, sul web e in giro, hanno condiviso l’auspicio. Ma da sinistra e finiani continuano a dirmi: bene, allora lascia Il Giornale e affini. Però nessuno ha la faccia di aggiungere: passa a tal giornale. Sanno che per queste idee non c’è posto altrove; vedete cos’è successo a Ostellino al Corriere . Perciò mi scrivono: lascia, smetti di scrivere. Per esempio Peter Gomez, ottimo commilitone di Travaglio, dice: «Veneziani potrebbe permettersi di non scrivere nel momento in cui registra questo imbarbarimento ». La stessa cosa mi hanno scritto sul web. Provate a dire la stessa cosa a Santoro, a Lerner, a Travaglio, a Mosè d’Avanzo che scrive dieci comandamenti al dì: visto che c’è un imbarbarimento, smettano di scrivere o andare in tv, possono permetterselo. Stampa, giudici e ordine dei giornalisti vi accuserebbero di censurare le voci libere... Ma non è più onesto e coerente scrivere quel che si pensa, nel proprio stile, senza compiacere nessuno, neanche il tuo editore, e rispondere alla propria coscienza e al tribunale dei lettori? Invece, per voi, in nome della libertà dovrei smettere di esercitarla. Se dominano i barbari e il clima è brutto, ai civili tocca sparire, chiudersi in casa... Ma che razza di bestia è per voi la libertà...
continua IL GIORNALE