RENZO DE FELICE E IL MISTICISMO GIACOBINO

L'immagine di Renzo De Felice è stata soprattutto quella di un eminente studioso del fascismo, circostanza che gli ha dato non solo notorietà, ma che gli ha anche procurato incomprensioni per la sua capacità scientifica di ricostruire un periodo controverso della storia nazionale. Qualcuno, in ossequio ad un conformismo culturale deplorevole, parlò di "pugnalata dello storico". Fortunatamente la storia, che fa sempre giustizia delle letture politiche di essa, ha riabilitato quel lavoro ammirevole. Tuttavia, fino agli anni Sessanta del secolo scorso, gli interessi storiografici di De Felice ruotarono intorno alla breve stagione rivoluzionaria dell'Italia napoleonica e post-napoleonica. La frequentazione di uno studioso come Delio Cantimori, storico di grande sensibilità per la filosofia, il pensiero politico, per la storia religiosa e quella culturale italiana, favorì le ricerche di De Felice. A tale riguardo si registrano i saggi dedicati agli Ebrei nella Repubblica Romana del 1798-1799, a figure dell'evangelismo rivoluzionario, agli aspetti socio-economici della realtà romana e laziale del periodo rivoluzionario, oltre a note sugli Illuminati e il misticismo rivoluzionario. Emerse da tali lavori la tendenza defeliciana di rifiutare qualsiasi tipo di vulgata storiografica. Non mancarono, peraltro, polemiche anche in quell'occasione, in cui De Felice volle approfondire il ruolo politico e di rinnovamento della stampa giacobina italiana, polemiche che lo storico respinse, esaltando una funzione di rinnovamento in chiave unitaria di quei contributi rivoluzionari, che, nonostante lo schierarsi con le idee francesi, intuirono quanto fosse negativa, dal punta di vista italiano, la politica di sfruttamento portata avanti dal Direttorio e poi dallo stesso Bonaparte: una politica denunciata proprio da questi elementi giacobini nostrani, che più all'idea ebbero a cuore la causa nazionale.Una linea che De Felice promosse anche durante i suoi studi sul fascismo, individuando, tra le ombre della, quell'eredità illuminista e giacobina che Mussolini incarnò nonostante tutto.
Casalino Pierluigi