2019: Ferrara ultima Stalingrado o svolta a destra 2.0?

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/il_focus_roma_in_piccolo_e_la_caduta_del_muro_quello_che_ha_sempre_delimitato-2526453.html



Comunali parziali shock per i resti del PD e della fu sinistra.  Il paese reale si rivela diverso dalla rassegnazione e dal buonismo imperante ufficiale propagandato dai media di regime.  Il centro destra unito, pilotato da un Berlusconi vero gatto dalle 7 vite e dall'indubbia forza nascente dell'asse Salvini e Flll d'Italia (Giorgia Meloni) ha stravinto  espugnando dopo oltre 70 anni anche alcune delle cosiddette Stalingrado della fu sinistra, Genova in primis.  Il PD sorprende solo praticamente a Padova  in un strano Veneto scricchiolante (per il centro destra) che coincide stranamente con i noti crash delle solite banche: ma Verona non è certo solo una opinione in senso contrario.  Insomma, a parte le politiche imminenti che- nel quadro trend generale di un elettorato ormai liquido e volatile- potrebbero anche cambiare ancora ogni previsione e non banale il ruolo dell'astensionismo , vero e proprio ormai diversamente partito,  nel 2019 con le comunali di Ferrara, la città potrebbe restare l'ultima piccola Stalingrado storica.  Qua la previsione  è  quasi probabile , visto certo andazzo locale, accoglienza indiscriminata, cattocomunismo e trasformista costante (Franceschini, Bersani, Renzi, cambiano casacca interna esattamente come dopo il ventennio fascista, prima tutti fascisti e poi tutti rossi), notabilato più o meno sottostante  contadino tutto ferrarese e  di casta clan...  criteri ovunque non di meritocrazia in genere tra le classi dirigenti (associative e culturali e mediatiche incluse) al potere.  
Insomma non solo la zavorra ideologica ma anche certo  ritardo sinaptico (il famoso carattere ferrarese negativo) congiurano contro qualsiasi svolta locale, inquina anche come noto le opposizioni  ancora più divise e francamente deboli rispetto alle problematiche stesse nazionali con la X ancora più forte, nonostante la vittoria comunale altrove,    proprio di tale unità delle opposizioni stesse.  La Lega ha come protagonista Naomo Lodi che neppure ha ruoli ufficiali di vertice in certo senso...  Forza Italia profuma di storici inciuci con il PD con la Peruzzo quasi clone dell'ambiguo Anselmi  a quanto pare privilegiati ancora nonostante un ben più combattivo e credibile Fornasini. Flli d'Italia idem come ambiguità a meno che Balboni non ritrovi lo slancio giovanile o chi per lui.  Resta l'incognita dei 5 Stelle di una non certo filo comunistica Morghen, dipenderà anche dagli scenari nazionali se davvero nascerà un clamoroso asse  tattico anche con la Lega.  
Una cosa è certa, come poi scriviamo  noi e anche altri qua in città da anni e anni: solo le opposizioni unite anche a Ferrara  potranno  fare saltare l'ultima Stalingrado in Italia, tutto il resto è fuffa....: per una Destra Centro 2.0, nel senso di evoluzioni anche programmatiche e conoscitive necessarie per una vera piccola grande rivoluzione neoconservatrice, post ideologica con  aperture concrete alla società civile, al futuro e alle potenzialità dell'era di Internet e della tecnoscienza.  Ne dubitiamo, il politichese spicca anche nelle opposizioni  qua a Ferrara provincialissime, incapaci di visioni strutturali e culturali evolute,  con un movimentismo stesso troppo nazionalpopolare in certo senso, soprattutto appunto politichese e letteralmente ignorante o analfabeta funzionale.  (non ci riferiamo a Nicola Lodi, mediaticamente ad hoc e forse visto certo andazzo locale, anche giustamente velleitario come eventualmente sindaco).
Ammessa la possibilità di intenti unitari, solo visioni non banali anche mediatico culturali inedite come rete delle opposizioni a Ferrara, potrebbe scongelare lo stagno rosso e cattocomunista locale che regge proprio su certo mastice anche intellettuale:  non bastano le sole legittime pulsioni populiste di cambiamento e sulla sicurezza, ci vuole anche una visione molto postmoderna sullo sviluppo....  archiviando anche certe zavorre reazionarie della storia delle destre stesse (anche tatticamente in certo senso per sfondare nell'elettorato giovane - generalmente radical chic- o quello libertario non comunistico..).
Ora in ogni caso, visto certo trend postcomunali nel resto d'Italia, le opposizioni hanno finestre potenziali e possibili: ultima chiamata possibile, altrimenti Ferrara nel futuro, semplice e sempre più drammatica capitale multietnica e del non sviluppo, come poi probabilmente disegnato da Bologna e Modena  ecc. in sede regionale  (per la storia di Ferrara sempre poco produttiva) come folle soluzione di integrazione da un lato e salvaguardia del tessuto produttivo residuo territoriale nella  regione stessa, ovvero del classico potere fu rosso.

Roby Guerra