LA RUSSIA SOVIETICA NEL 1936-1937. SITUAZIONE INTERNA E SICUREZZA MILITARE

Circa il caso Tukhacevski, si disse  che il presidente cecoslovacco Benes aveva scoperto che il maresciallo sovietico ed altri stavano negoziando con Hitler, e ne trasmise le prove a Stalin, secondo altri, fu il servizio segreto tedesco a fabbricare le prove e ad appiopparle a Benes. In realtà non se ne sa nulla di preciso e forse non se ne saprà mai nulla. Ma gli effetti furono inconfondibili. Quasi tutti gli osservatori occidentali si convinsero che la Russia sovietica era inutile come alleato: al governo del Paese c'era un dittatore feroce e senza scrupoli, il suo esercito era nel caos, il suo sistema politico suscettibile di crollare alla prima tensione. Unica eccezione, Joseph Davies, ambasciatore americano a Mosca, che continuò sempre ad affermare che c'era stato veramente un complotto, che i processi erano stati celebrati con giustizia, e che di conseguenza il potere sovietico ne era uscito rafforzato. Ma anche le sue erano ipotesi. Nessuno seppe la verità allora e nessuno ne sa ancora nulla oggi dopo tanto tempo. L'esercito russo resse bene all'urto tedesco nel 1941, se pur dopo i terribili disastri iniziali. Questo dimostra che l'Armata Rossa era sufficiente già nel 1936, 1937, 1938, ma potrebbe anche dimostrare che non era pronto persino nel 1941. E' inutile comunque azzardare ipotesi su questo argomento. In pratica il risultato fu di spingere le potenze occidentali dietro le loro linee difensive: strano risultato, considerato che Hitler aveva tratto pretesto dal Patto franco-sovietico per distruggere il sistema di Locarno.
Casalino Pierluigi