411 d.C. LA CONFERENZA DI CARTAGINE, L'INIZIO DEL DECLINO DEL CRISTIANESIMO IN NORD AFRICA



Nel 411 l'imperatore Onorio convocò nella città africana molti vescovi, tra i quali Agostino, per la pacificazione tra cattolici e donatisti, movimento eretico abbastanza diffuso in quel periodo. A presiedere quel congresso tra ecclesiastici dai molteplici risvolti politici ed istituzionali, oltre che religiosi, l'imperatore inviò il suo delegato nella persona del giudice imperiale Marcellino. Siamo, come ci raccontano gli storici, in un clima rovente, non solo a causa dell'estate subtropicale, ma anche dalla presenza di quasi tutto l'episcopato africano, travagliato dall'ormai secolare scisma di un vescovo proprio di Cartagine,  Donato, iniziato nel IV secolo. Il dibattito serrato durerà per tre giorni e vedrà come mattatore Agostino, il futuro santo berbero e vescovo di Ippona, secondo u rapporto contenuto in un unico codice del IX secolo. Il donatismo era fiorito sul terreno insanguinato delle persecuzioni di Domiziano e di Massimiano e si era attestato su posizioni rigoriste nei confronti di quel clero e di quei fedeli deboli nella fede, posizioni rigoriste su cui il donatismo creò una dottrina apologetica e morale negazionista nei confronti dell'ortodossia cattolica, ma anche del resto del mondo. Il tentativo politico-pastorale di porre fine allo scisma. Agostino si distinse nel sostenere l'episcopato ortodosso a replicare alle tesi avverse, che finivano, peraltro, per rivelarsi complesse e prolisse. In ogni caso l'evento si dimostrò ricco di fermenti ideali e di nuove idee su entrami i lati della polemica. Occorre tuttavia concludere che l'irruzione dei Vandali e il progressivo declino della sostanza del Cristianesimo nordafricano nella sua totalità sia tra i cattolici che i donatisti, stenderanno una sorta di sudario sui cristiani, aprendo lo spazio al successivo sventolare dei vessilli dell'Islam.
Casalino Pierluigi