MAOMETTO E LA CONOSCENZA DEL CRISTIANESIMO.

E' storicamente accertato e risulta chiaramente dallo studio del Corano che Mohammed non ebbe altra conoscenza del Cristianesimo che attraverso i così detti Vangeli apocrifi, e specialmente quello dell'infanzia, oltre alla non meglio identificati fonte di un Vangelo di Barnaba, che ai suoi tempi erano molto diffusi dalle parti della Siria e della Palestina, con le quali il futuro Profeta dell'Islam venne a contatto, nonché nei deserti d'Arabia. Inoltre Mohammed ebbe conoscenza del Manicheismo, scambiandolo per una dottrina cristiana ortodossa (del resto lo stesso Sant'Agostino di Ippona inclinò a tale dottrina, prima della conversione al Cristianesimo). Mohammed si fece, dunque, del Cristianesimo un concetto errato o travisato, semplicemente perché le sue fonti di informazioni al riguardo erano materialmente false o per lo meno inattendibili. Infatti la controversia islamica a proposito del Cristianesimo prede di mira, di fatto, il Cristianesimo esoterico, non quello autentico, se pur segnato da elementi di grande spiritualità, ma anche da influenze gnostiche. Non altrimenti i cristiani credettero che l'Islamismo consistesse nelle goffe contraffazioni di esso, create dalla voce popolare e dai racconti di viaggiatori ignoranti. Perciò tutte quante le confutazioni cristiane dell'Islamismo, comprese quelle, a suo tempo, del Bellarmino e del Pascal, consistono in critiche di dottrine che Mohammed non ha mai professato, e nella facile confutazione di ridicoli "miracoli" che non sono stati mai, in realtà, "attribuiti" a Mohammed dai suoi seguaci. Perciò, per un dato rispetto, si può a giusta ragione affermare che i rapporti ideologici fra Cristianesimo ed Islamismo e fra questo e quello, furono, fin dall'origine, basati su di un deplorevole (e grossolano) equivoco generato dalla materiale ignoranza (non già solo incomprensione) delle reciproche dottrine.
Casalino Pierluigi, 7.01.2015